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L'eruzione del 1971

Inizio eruzione: 5 aprile 1971

Fine eruzione: 12 giugno 1971

Durata: 69 giorni

Quota bocche: 3050 - 1800 m

Fronte lavico più avanzato: 600 m s.l.m

Volume lava emessa: 75.000.000  m³

Preludio: 20 anni senza eruzioni di fianco ma con intensa attività sommitale

Nella prima metà del XX secolo, l'Etna dà luogo a otto eruzioni di fianco, di cui l'ultima, nel dicembre 1949, interessa l'area sommitale e l'alto versante nord-occidentale, cessando dopo pochi giorni. Un anno dopo, il 25 novembre 1950, inizia una grande eruzione nella Valle del Leone, sull'alto fianco ENE, che durerà 13 mesi e causerà danni nei dintorni dell'abitato di Fornazzo. Questa eruzione, per la sua durata e il volume di lava emesso (stimato in 150 milioni di m3) è una delle più importanti dell'Etna degli ultimi secoli.

Dopo la fine dell'eruzione del 1950-1951, l'Etna rimane in uno stato di riposo per più di 3 anni, per poi entrare in un nuovo periodo eruttivo ai crateri sommitali, nell'aprile del 1955. Per 16 anni, l'attività sommitale è quasi continua, soprattutto al Cratere di Nord-Est, e culmina con una serie di eventi parossistici dal Cratere Centrale (in particolare nel 1956, 1960 e 1964). In questo lungo periodo avvengono anche tre piccole colate subterminali (1956, 1964 e 1968) che sono intimamente connesse all'attività sommitale (p.es. non portano ad una cessazione dell'attività ai crateri sommitali, come lo farebbe una tipica eruzione di fianco). Fra gennaio 1966 e i primi di aprile 1971, il Cratere di Nord-Est è sede di una classica "attività persistente", che consiste in frequenti, piccole esplosioni stromboliane accompagnate da una continua emissione di lava a tassi bassi (qualche metro cubo al secondo).

Questo lungo periodo di attività sommitale causa profondi cambiamenti nella zona sommitale dell'Etna: il Cratere Centrale viene colmato fino al trabocco durante i parossismi del 1956, 1960 e 1964; all'interno di questo cratere resta la Voragine (formatasi nel 1945) e nella primavera del 1968 si apre, per sprofondamento, un nuovo cratere "a pozzo", la Bocca Nuova, a ovest dalla Voragine. Il Cratere di Nord-Est diventa un cono sempre più alto e largo, circondato da un ampio ventaglio di colate laviche.

L'attività del Cratere di Nord-Est termina nei primi giorni di aprile del 1971, e per poco tempo regna la calma sull'Etna. Non si registrano segni di alcun tipo che potessero indicare l'imminenza di un'eruzione importante; bisogna però ricordare che sull'Etna all'epoca non esisteva una vera rete di sorveglianza sismica - nei mesi precedenti all'eruzione era attiva una sola stazione sismica ad Acireale, mentre una seconda, a Catania, viene rimessa in funzione poco prima dell'inizio dell'eruzione.

 

FONTE: INGV

PHOTO: Carmelo Sturiale

PHOTO: Bocche eruttive del Vulcarolo

Nel marzo 1971 il Cratere di Nord-Est che da 60 anni è protagonista assoluto dell’attività sommitale dell’Etna si acquieta. Neanche un mese dopo, il 5 aprile 1971, a quota 3000, sul fianco sud del cono sommitale si aprono due fessure lunghe un centinaio di metri. Da queste fessure ha inizio una fase esplosiva che portano alla formazione della bocca del Vulcarolo, visibile ancora oggi a quota 3000 m, e la bocca dell’Osservatorio. Sulla stessa fenditura si creano numerosi hornitos da cui cominciano a sgorgare  colate che si dirigono verso sud. Una colata urta contro Monte Frumento Supino e devia in direzione SW proprio come accaduto alla colata emessa dalla frattura di quota 3050 m nel 2006. Gli altri flussi lavici ricoprono Pian del Lago. Il 17 aprile la lava ha già ricoperto 1 Km² con uno spessore medio di 5 metri. Il 22 aprile, sopra la bocca dell’Osservatorio, si pare una nuova fessura eruttiva, la Bocca Ovest. Il 30 aprile la colata lavica ha già distrutto lo storico Osservatorio vulcanologico, la stazione d’arrivo della funivia e numerosi piloni dello stesso impianto. Adesso la lava si dirige dritta verso il Rifugio Sapienza, 

fortunatamente il 7 maggio cessa l’emissione dalle bocche e la colata si ferma a poco più di 1 Km dalla struttura. Già il 4 maggio era apparso che questa fase dell’eruzione era finita ma lo stesso giorno, a quota 3100, poco a nord-est di Torre del Filosofo si apre un nuovo campo di fratture dove ha inizio una veemente attività esplosiva. Accompagnata da alte colonne di cenere. La lava del 1971 su Pian del Lago (si vede anche la “Cisternazza”) e l’attività esplosiva di quota 2915. I fenomeni più spettacolari e violenti si concentrano all’interno di una bocca, chiamata Bocca Est, che si apre a quota 2915 m. Da questa bocca il 6-7 maggio si conclude l’attività, mentre la lava comincia a sgorgare da una nuova fenditura a quota 2670-2570, sul versante nord-ovest. Su questa frattura il 9 maggio è possibile osservare una serie di conetti di scorie saldate alti 15 metri. Il giorno successivo la lava comincia ad uscire da un terzo punto più a valle e poi da un quarto. L’attività si sta spostando in direzione NE ma sempre all’interno della Valle del Bove. Dalla bocca più bassa, apertasi all’interno di Serra delle Concazze (confine NW della Valle del Bove) viene eruttata lava fino al 19 maggio. 

Contemporaneamente però accade un fenomeno molto più preoccupante; il 11 maggio 1971 inizia una nuova fase eruttiva. Infatti quel giorno si apre una fenditura che attraversa Serra delle Concazze e continua parallelamente fuoriuscendo dalla Valle del Bove. La frattura raggiunge quota 1850, circa un chilometro a sud del Rifugio Citelli. Da quì inizia ad uscire una veloce colata senza mostrare un minimo di attività esplosiva. Dalla frattura fuoriescono quattro bracci larghi appena un metro ciascuno che si riuniscono in un unico fronte, largo 11 metri, poco più a valle. Prima di sera si forma un’altra bocca, 100 metri più in basso, la cui colata ingrossa il fiume già abbondante di lava che si dirige verso la zona di Fornazzo. Il 13 maggio 1971 la colata, con un fronte alto 10 metri e largo 150, taglia la strada per il Rifugio Citelli. Il 22 maggio, dopo aver seppellito per sempre due viadotti, noccioleti e vigneti, il flusso incandescente minaccia seriamente i centri abitati di S.Alfio e Fornazzo. Il 28 maggio però la colata passa in mezzo tra i due abitati senza creare troppi danni. A questo punto la colata ha percorso 7 Km dal suo punto di emissione ed inizia ad apparire stanca. I giorni successivi vedono un’ulteriore diminuzione del tasso effusivo fino al totale esaurimento l’11 giugno. 

PHOTO: Bocche dell'Osservatorio

L’emergenza viene dichiarata completamente conclusa il 12 giugno. Un ultimo appunto che va fatto è che il 14 maggio, si apre un cratere a pozzo alla base sud-orientale del cono centrale, che emette delle dense nubi di cenere composta da roccia antica (non magmatica), servendo come valvola di degassazione. Sette anni più tardi, questo cratere sarà battezzato "Cratere di Sud-Est".

PHOTO: Maggio 1971, Gaetano Scarpinati

L'eruzione si conclude dopo 68 giorni di attività continua, il 12 giugno 1971. La lava ha coperto un'area complessiva di 7.5 km2; la lunghezza massima delle colate nella prima fase è di 4 km (fino a quota 2175 m); e nella seconda fase, 7 km (quota minima raggiunta 600 m). Il volume totale di questa eruzione viene stimato in 40-75 milioni di m3 di lava; a questo ci sono da aggiungere 3 milioni di m3 di materiale piroclastico.

L'eruzione del 1971 è la prima di una lunga serie di eruzioni di fianco dell'Etna che durerà fino al 1993 e consisterà in 13 eventi discreti. Non si conosce nella storia documentata del vulcano una sequenza simile di eruzioni di fianco, e molti di questi eventi arrecano danni materiali, minacciando seriamente alcuni centri abitati come Fornazzo, Randazzo, e Zafferana Etnea.

Si nota infatti un cambiamento nella dinamica del vulcano in concomitanza dell'eruzione del 1971: molte delle eruzioni consecutive avvengono nel settore orientale del vulcano, e quasi tutte sono strutturalmente connesse con il nuovo Cratere di Sud-Est, che dal 1978 in poi diventa il più attivo dei quattro crateri sommitali etnei. Inoltre, i magmi emessi durante le eruzioni dal 1971 in poi mostrano una tendenza a composizioni più primitive (comunemente dette "basiche"), segni di una voluminosa e rapida risalita di magmi profondi che gradualmente interessa tutto il sistema d'alimentazione dell'Etna. 

 

Il testo e le informazione qui presenti sono stati presi dal sito dell'INGV, seguendo questo link -> ERUZIONE 1971

Qui la storia completa del SEC -> CRONOLOGIA ERUTTIVA DEL CRATERE DI SUD-EST

Qui altre foto delle bocche e della grotta di contrada Serracozzo -> ESCURSIONE ETNA

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