L'eruzione del 1974
PHOTO: Santo Scalia
Inizio eruzione: 30 gennaio 1974
Fine eruzione: 29 marzo 1974
Durata: 18 giorni (con una pausa tra le due fasi)
Quota bocche: 1650 mt
Fronte lavico più avanzato: 1400 mt s.l.m
Volume lava emessa: 2.100.000 m³
PHOTO: Villari
Dal 1971 l’unica attività dell’Etna è rappresentata da una modesta attività stromboliana e qualche colata ma sempre all’interno del Cratere Centrale, al cui interno si trovano due bocche. Alla fine di gennaio del 1974 violente scosse di terremoto scuotono il vulcano. Il 30 gennaio 1974 si apre una frattura sul versante occidentale del vulcano a quota 1650 m.s.l.m. Subito iniziano ad innalzarsi forti esplosioni stromboliane con un ritmo di 30-50 al minuto. Le esplosioni scagliano brandelli di lava fino ad un’altezza di 700 m sopra il cratere. Questo crea velocemente un cono di scorie che prende il nome di Monte De Fiore I. La lava Dal 1971 l’unica attività dell’Etna è rappresentata da una modesta attività stromboliana e qualche colata ma sempre all’interno del Cratere Centrale, al cui interno si trovano due bocche. Alla fine di gennaio del 1974 violente scosse di terremoto scuotono il vulcano. Il 30 gennaio 1974 si apre una frattura sul versante occidentale del vulcano a quota 1650 m.s.l.m. Subito iniziano ad innalzarsi forti esplosioni stromboliane con un ritmo di 30-50 al minuto. Le esplosioni scagliano brandelli di lava fino ad un’altezza di 700 m sopra il cratere. Questo crea velocemente un cono di scorie che prende il nome di Monte De Fiore I. La lava inizia a sgorgare soltanto in un secondo momento, inoltre si tratta di una colata estremamente viscosa ed alta 3 metri già nel primo tratto del suo scorrimento. Questa colata il 31 gennaio raggiunge la base di Monte Nuovo, il cratere risalente all’eruzione del 1763 che si trova proprio accanto al nuovo cono. Nei giorni successivi altre due colate con le stesse caratteristiche fanno la stessa strada accostandosi o sovrapponendosi ai flussi precedenti. Il numero di esplosioni prende a decrescere fino a 25 al minuto. All’inizio di febbraio sul lato esterno del cono si aprono alcune piccole bocche da cui emergono due colate ancora più viscose di quelle che le hanno precedute. L’altezza della colata supera i 20 metri ed avanza lentissimamente. Tra il 5-6 febbraio un nuovo flusso si espande sul lato nord del cono di scorie avanzando per circa 100 metri e tenendo uno spessore medio di 10 metri. Il 7 febbraio tutte le colate sono ferme e persiste soltanto una debole attività stromboliana, le esplosioni raggiungono i 500 metri ed il ritmo è di 14-16 esplosioni al minuto. Dal 9 febbraio le esplosioni si fanno rare e i brandelli incandescenti non superano i 100 metri sopra l’orlo del cono. Lo stesso giorno però si apre una nuova bocca all’interno di una depressione del diametro di 120 metri. Dalla nuova bocca emergono due colate; la prima, alta 3 metri gira attorno al cono e si ferma alla base di Monte Nuovo mentre la seconda forma un laghetto incandescente all’interno della depressione per poi riversarsi in direzione di Monte Leporello con un fronte largo un’ottantina di metri. Il 13 febbraio un nuovo flusso fuoriesce dal lato sud del cono, gli gira attorno e si dirige verso ovest. Lo stesso giorno si aprono due nuove bocche, una sul fianco ovest e una su quello di nord-est. Da quì iniziano a fuoriuscire piccole colate di lava accompagnate da forti esplosioni. L’attività si esaurisce completamente il 17 febbraio. L’eruzione sembra terminata ma all’improvviso l’ 11 marzo 1974 si apre una nuova bocca 200 metri ad ovest della prima, in breve si costruisce il cono di Monte De Fiore II. Dalla sua base emerge una colata molto lenta e viscosa che procede fino al 29 marzo senza però fare molta strada. Fin da subito si capisce che questa è una tipica eruzione eccentrica, infatti i crateri si aprono a svariati chilometri di distanza dalla zona sommitale. Inoltre la composizione delle sue lave è molto diversa da quella misurata nel corso di altre eruzioni.