Cronologia eruttiva del Cratere di Sud-Est [SEC]
Il 14 maggio 1971, nel corso della nota eruzione dell'Etna avvenuta in questo stesso anno, alla base sudorientale del Cratere Centrale si assiste alla formazione di un pit di sfogo, generato come una valvola di sfogo dell'evento eruttivo, che nel corso del tempo prenderà il nome di Cratere di Sud-Est, il più giovane dei crateri sommitali dell'Etna e anche il più attivo degli ultimi decenni.
PHOTO: Carmelo Sturiale
Come già detto precedentemente intorno al 14 maggio 1971 [vedi sezione: Eruzione 1971]a quota 3000 circa, alla base sudorientale del cono terminale, si verificò uno sprofondamento del suolo. Questo pit presentava emissioni di gas e vapori grigiastri (foto) che continuarono a sprigionarsi fin nei primi di giugno. Durante il proseguimento dell'evento eruttivo nella zona di Serracozzo il futuro SEC presentava violente emissioni di cenere ad alta pressione. Nelle ore notturne erano visibili esplosioni stromboliane che spesso assumevano la caratteristica di vere e proprie fontane di lava come nel caso del 18 e del 27 maggio 1971. Dopo il termine dell'eruzione, questo pozzo (foto sotto e un altro scatto seguendo questo link: SEC post 1971) rimase inattivo per ben sette anni, per poi risvegliarsi nuovamente nel 1978, quando fu battezzato come "Cratere di Sud-Est" (SEC). Il 29 aprile 1978, il risveglio viene annunciato da un crollo all'interno del pozzo, e viene seguito dalla propagazione di alcune fratture verso la Valle del Bove e dalla formazione di un piccolo cono intorno al pit (segui questo link vedere una foto di Carmelo Sturiale -> SEC 1978). Tali attività proseguirono fino al 30 aprile, per poi ricominciare fino ai primi di giugno.
PHOTO: Carmelo Sturiale
La terza fase, iniziò il 18 novembre con un'intensa attività esplosiva dal SEC e dalla formazione di altre fratture verso la Valle del Bove [qui una foto di Giuseppe Scarpinati scattata negli ultimi di novembre: SEC Nov1978].
Il 3 agosto 1979 una violenta fontana di lava, dal getto di circa 500 metri di altezza si innalzò dal cratere [qui una foto: SEC Ago 1979]. Dalla colonna eruttiva, un fenomeno piuttosto raro sull'Etna, affascinò in molti: la formazione dei noti fulmini vulcanici. Dalla fontana principale, il magma ha poi iniziato a sgorgare dalle fessure, scorrendo rapidamente verso la Valle del Bove. Le attività sono riprese in più casi fino al 20 agosto del 1980, con la formazione di altre fontane di lava.
Nel 1984 il SEC continuava a mostrare la sua vivacità, caratterizzata da frequenti attività esplosive a carattere stromboliano seguite da emissioni laviche dirette all'interno della Valle del Bove. Nel Gennaio del 1985 a sud-ovest rispetto al cono di scorie che si era formato nel 1984, nasceva un nuovo pit. L'attività si spostava all'interno di esso, dove nel periodo tra marzo e settembre avvenivano continue esplosioni a carattere stromboliano con lanci di scorie che iniziavano così ad accumularsi. Contemporaneamente era attiva un'altra bocca spostata leggermente più ad ovest, detta anche bocca "soffiante" in inglese (blow-hole) che emetteva getti di gas ritmici misti a cenere juvenile che nelle ore notturne spesso assumevano colore rossastro. Questa attività stromboliana il 31 Ottobre del 1986 si evolveva in fontane di lava coinvolgendo sia il nuovo pit che la bocca soffiante. Così la ciclicità dei fenomeni eruttivi si interruppe ed il cratere rimase in quiescenza per tutto il 1987 presentanto solamente la classica attività di degassamento, fino al 25 novembre 1988 quando si aprì una nuova bocca alla base sud del cono principale.
Una delle attività più spettacolari dell'Etna degli ultimi decenni, è iniziata a settembre 1989, con la formazione di spettacolari fontane di lava, in genere due al giorno, una al mattino, e l'altra di sera. Tra il 11 e il 13 settembre, sei episodi sono avvenuti con un intervallo di 11.5 ore ognuno. Il 26 settembre 1989, avviene uno degli eventi più spettacolari, quando dal SEC un'alta e imponente colonna di cenere si apre a forma di fungo sopra la cima del vulcano. Dopo 15 di questi parossismi, una nuova frattura si è aperta il 27 settembre 1989 nella Valle del Leone, in direzione est-nordest. Dopo ulteriori emissioni di cenere ed attività stromboliane al SEC, il 9 ottobre qualsiasi attività viene dichiarata conclusa. Se ne vuoi sapere di più, segui questi link [ETNA 1989 - FOTO 1989].
Per i restanti mesi del 1989, il SEC ha prodotto solo una debole attività stromboliana nel mese di dicembre, che è andata intensificandosi gradualmente fino alle 01:00 del 5 gennaio 1990, quando una potente esplosione ha annunciato l'inizio di un nuovo, eccezionale evento, tra i più violenti nella storia recente dell'Etna. Tra le 07:30 e le 08:30, per fortuna avvenuto durante una bufera invernale, un violentissimo parossismo ha emesso 23 milioni di metri cubi di materiale piroclastico che il vento ha spinto sul versante occidentale del vulcano, con ricadute fino a Santo Stefano di Camastra (costa siciliana settentrionale) e alle Isole Eolie. Inoltre è ancora tuttoggi visibile uno spesso strato di piroclasti (alcuni metri) nel settore ovest del vulcano. Con questo evento, il cratere raggiunse l'altezza di 150 metri. Tra il gennaio e il febbraio 1990, avvengono altri tre eventi (di minore entità), il 12 e il 15 gennaio e tra il 1 e il 2 febbraio. Gli ultimi due episodi citati sono stati preceduti dalla solita attività stromboliana. Al termine di questi parossismi, il SEC ha iniziato ad assumere le sembianze di un cono [vedi foto: APR 1990], e il cono di scorie formatasi nel 1984 è stato del tutto ricoperto dalle ricadute di scorie saldate.
PHOTO: Boris Behncke
Il SEC per tutto il resto del 1990 è stato caratterizzato soltanto da attività di degassamento. Nel gennaio del 1991 l’attività è ripresa da una bocca all’interno del SEC, la quale formò un cono intracraterico alto circa 5 metri. L’attività terminò nel febbraio dello stesso anno e successivamente il cono intracraterico fu ricoperto da crolli delle pareti interne del cratere. Una nuova fase eruttiva si ebbe tra giugno e dicembre del 1991 e fu seguita da un'attività di sola degassazione.
Il 14 Dicembre 1991 iniziò una delle eruzioni laterali più note che l'Etna abbia prodotto (vedi la sezione sull'eruzione: Eruzione 1991-93), con l’apertura di un sistema di fratture che si estendevano dall’orlo del Cratere di Nord-Est verso la parete meridionale della Valle del Bove, attraversando il fianco orientale del SEC. Qui si originava una rapida successione di attività di fontane di lava, e fuoriuscivano dei piccoli flussi lavici che si dirigevano verso la Valle del Bove; contrariamente nella frattura tra quota 2.200 e 2.400 m.s.l.m. si avevano delle emissioni laviche con un alto tasso effusivo.
PHOTO: Boris Behncke
Dalla sua riattivazione nel novembre del 1996 fino al settembre 1998, il SEC ha dato vita ad una classica attività persistente, con attività stromboliana da un cono intracraterico, accompagnata da una lenta effusione lavica dalle bocche sui fianchi o alla base del cono. Eccetto alcune minori fluttuazioni, questa attività è proseguita per ben 20 mesi.
Fino al 19 luglio 1997, le lave emesse erano rimaste confinate all'interno della depressione craterica dopo i grandi eventi del 1990, ma a partire da quella sera la lava ha iniziato a traboccare.
A dicembre 1997 la depressione craterica era stata riempita quasi completamente, il cono intracraterico si trovava a circa 30 metri al di sopra del punto più alto del bordo del cratere e la lava ha cominciato a riversarsi in più punti verso il bordo del cratere.
Durante alcuni periodi, il magma intruso nel cono intracraterico ha provocato la sua deformazione, assumento la classica forma di una cupola lavica tra aprile e maggio 1997, mentre in seguito, questa deformazione è stata più asimmetrica e si è assistito al rigonfiamento del cono, in modo particolare nel maggio 1998.
In alcuni casi, il magma ha trovato sfogo in punti differenti, provocando l'apertura di nuove bocche effusive, oppure è rimasto sotto la superficie.
Al termine del primo periodo eruttivo nella metà del luglio 1998, il cratere che ha prodotto le attività del 1990 è stato del tutto ricoperto e colmato, eccetto che una piccola parte dell'orlo occidentale. In questo periodo, l'altezza del SEC ha raggiunto i 220 metri, 40 dei quali, si sono avuti grazie a queste attività.
A partire dal giugno 1998 si è incrementata anche l'attività dalle altre tre bocche sommitali (VOR, BN e NEC), e nel corso del violento parossismo della Voragine del 22 luglio 1998 il SEC è rimasto completamente in quiete.
Segui questi link per vedere altre foto del SEC:
[1997 1 - 1997 2 - 1998] (Luglio 1997 - Ottobre 1998)
È dal 1998 che la crescita del SEC diventa incredibilmente stupefacente. Dal 1998 al 2001, il cratere acquista quasi 100 metri di altezza, e ora vedremo come.
PHOTO: Boris Behncke
Il secondo periodo eruttivo ha inizio nel 1998. L'attività che ha contraddistinto il cratere in questi periodi non può altro che definirsi "eccezionale": dopo le forti crisi parossistiche del 1998, in tutto 18 episodi, è importante evidenziare un evento in particolare, quello del 15 settembre (il primo evento) quando il medesimo cratere ha dato vita ad un'attività tanto vigorosa quanto forte dall'eccezionale durata di ben 9 ore, avvenuta dopo sei settimane di pausa.
Altre sei attività simili si sono susseguite nell'arco dei mesi successivi. La serie di parossismi esplosivi riprese a gennaio 1999, qui si iniziò a notare che i tempi tra un episodio e l'altro iniziavano gradualmente a diminuire, e allo stesso tempi gli eventi diventano più violenti, con periodi di accumulo che andavano da un minimo di soli 15 minuti fino a poche ore.
La maggior parte di questi parossismi erano preceduti da diverse ore di attività stromboliana che culminava con alte fontane di lava e la produzione di alte colonne di cenere: al termine di ogni episodio, il cratere raggiungeva altezze che non aveva mai avuto.
Gli ultimi sette episodi eruttivi avvenuti il 5, 9-10, 13, 18, 20 e 23 gennaio e il 4 febbraio 1999. È stato durante questo ultimo episodio che il comportamento del SEC è cambiato radicalmente.
Il 4 febbraio dalle 15:30 sino alle 17:00 si ebbe il 22° episodio eruttivo, durante il quale si aprì una frattura lungo il fianco Sud-Est del SEC da dove si innalzavano fontane di lava pulsanti. Si formava una nube densa di ceneri e scorie juvenili alta circa 9 Km, e la fessura alimentava flussi di lava formando dei campi di lava che ricoprivano la parte superiore ovest delle pareti della Valle del Bove [clicca qui per visualizzare il clip completo su questo evento].
Tale attività risultò essere totalmente diversa dalle precedenti e prese subito le sembianze di una vera e propria eruzione terminale che in 9 mesi avrebbe emesso50 milioni di metri cubi di materiale lavico, la più grande per quantità emessa che non aveva precedenti conosciuti. Un'altra fessura si apre il 4 settembre. Due campi di lava venivano prodotti durante l'eruzione. Tale attività si concluse progressivamente fino al 14 novembre 1999. In definitiva si può affermare che la ripresa dell'attività all'interno del cratere a partire novembre del 1996 sia il preludio di tutto quello che sarebbe accaduto nel 2000.
Il quarto periodo delle attività del SEC dal 1996 ha inizio nella notte del 26 gennaio 2000 con alte fontane di lava sia dalla bocca principale che da una nuova fessura nata a sud. L'effusione lavica proseguì per diverse ore dopo la fine del parossismo per poi cessare del tutto. Il 29 gennaio si ripete un altro evento, molto simile al predecessore anche se di durata inferiore, e dopo altri due giorni avviene un altro episodio. Tuttavia questi parossismi, non interessano solo il fianco meridionale, ma anche quello settentrionale, in questo modo una lunga frattura faceva come da taglio al cono da sud verso nord.
Successivamente, le fontane avvenivano praticamente in un modo senza precedenti. Fino al 20 febbraio (evento numero trentacinque), i violenti episodi si susseguivano in un ritmo accellerato di uno o a volte addirittura tre al giorno [qui un elenco completo degli eventi]. I fenomeni iniziavano praticamente all'improvviso e nel giro di pochi minuti, le esplosioni stromboliane si trasformavano in alte e violente fontane che tuttavia, avvenivano in pochissimo tempo (circa 10-15 minuti, fino ad un massimo di 30 minuti durante le prime fontane - in seguito gli eventi hanno avuto durata maggiore -). La fase di fontane avveniva in genere quasi subito dopo l'apertura di una frattura sul fianco sud del cono, e l'altezza dei getti ha più volte raggiunto i 1000 metri di altezza (come ad esempio il 15 febbraio 2000, che risulta l'evento più violento). Dopo il 20 febbraio, il lasso di tempo tra gli eventi ha iniziato ad allungarsi. Nei primi di marzo, come uno scudo si iniziò a formare intorno alla più bassa delle bocche sul fianco meridionale del cono, che fu poi ribattezzato come "Sudestino" (qualcosa di molto simile al "Nordestino", una bocca effusiva formata nel 1970 al Cratere di Nord-Est). Il Sudestino divenne la principale bocca eruttiva di SE durante gli episodi eruttivi del 12, 14 e 19 marzo ed è cresciuta in modo piuttosto significativo nel corso di questi eventi. Da notare il fatto che nel corso di questi parossismi, il SEC produceva solo emissioni di cenere o esplosioni stromboliane, e che la frattura NNE rimaneva inattiva. Poi il 22 marzo, l'attività principale si spostò nuovamente al vertice del cono con parossismi simili a quelli inizio/metà febbraio: il Sudestino non si è riattivato nel corso dei parossismi del 22, 24 e 29 marzo e il 1 e il 3 aprile. Il 6 aprile, la frattura sud è rimasta inattiva durante il parossismo, che è stato però seguito dall'emissione lenta di lava dal Sudestino. I restanti eventi di aprile si sono susseguiti a distanza di 10 giorni: 6 aprile, 16 aprile e 26 aprile.
Ognuno di questi tre eventi è stato piuttosto violento: il parossismo del 16 aprile (evento numero cinquanta - qui una foto della fase iniziale) è stato preceduto già dal 15 aprile da una lenta effusione lavica accompagnata da attività stromboliana dal Sudestino, che sono andate gradualmente aumentando nel corso della mattinata successiva. Molte persone si sono recate sul posto per osservare i fenomeni più da vicino, poiché era una limpida domenica primaverile. Verso mezzogiorno, il Sudestino iniziò a produre le prime fontane a carattere hawaiano, accompagnate da esplosioni stromboliane anche dal cratere principale. Dopo due ore, l'attività si presentava ancora con la stessa fenomenologia, lasciando presagire che il culmine del parossismo fosse avvenuto, ma improvvisamente, il cratere sommitale esplose, e un piccolo flusso piroclastico scese dal cono in direzione sud, verso i turisti. Per fortuna il Sudestino riuscì a deviare il flusso, ma qualcuno rimase ferito dai blocchi lanciati a 6 km dal cratere. Dopo 25 minuti, qualsiasi attività cessò, e da allora, il Sudestino non ha più mostrato alcun segno di vita. Il 26 aprile una tragedia venne sfiorata. Nel corso del parossismo, un aereo passò sotto la nube di cenere (incontrando le scorie che ricadevano), e fu costretto a fare un atterraggio di emergenza all'aeroporto di Catania.
Il 5 maggio, un turista era rimasto nei pressi del cratere per osservare il parossismo in corso, ed è stato dato per disperso, ma per fortuna la notte seguente è stato ritrovato vivo.
Tra il 6 aprile e il 15 maggio, i periodi di attività rimanevano regolari (9-10 giorni), e i parossismi erano molto simili a quelli avvenuti alla fine di marzo, e l'attività alla frattura meridionale si limitava solo alla parte superiore. Il 15 maggio si ebbero due parossismi, mentre i successivi si ebbero il 18, 20, 23 e 27 maggio. Altri due eventi sono avvenuti il 1 giugno (il secondo dei quali è stato uno dei più violenti) e sono stati seguiti il 5, 8, 14 e 24 giugno dagli ultimi episodi di questo andamento pressoché regolare di parossismi. Il 24 giugno si ebbe lo spettacolo finale (evento numero sessantaquattro), con una violenta fontana (foto sotto) nella tarda serata, dal getto di 1200 metri sopra il cono del SEC. In maniera improvvisa la fontana è comparsa dopo diverse ore di effusione lavica, e con la stessa maniera improvvisa, in modo quasi instantaneo dopo 15 minuti l'evento si concluse, con una colata lavica di ben 3 km in Valle del Bove [qui una foto].
Nel corso di questi 64 eventi il cratere acquistò 40 metri di altezza.
La ricaduta di tefra e cenere sui paesi pedemontani (anche in questo caso) ha prodotto gravi problemi alle aree coltivate e alle abitazioni, poiché sono stati ritrati pezzi di 5 centimetri a 8-10 km dal SEC: tuttavia questi materiali servono anche come concime, ed è questo concime che l'Etna stesso produce a rendere così fertile il territorio alle sue pendici. Il SEC rimase in silenzio per alcune settimane dopo il parossismo del 24 giugno. Il 26 agosto è ripresa l'effusione lavica dalla frattura NNE del cono e un nuovo evento parossistico è avvenuto nella mattinata del 28 agosto, senza essere accompagnato dalle attività sulle fratture a sud. Dopo 24 ore, in modo molto meno intenso del predecessore, si verificò il 66° parossismo della serie eruttiva che sull'Etna come in molti, ma molti vulcani del mondo non ha eguali!
Nel novembre 2000, il SEC sembrava stesse per praparare ancora qualche altro evento, dopo tre mesi di tregua, ma si è solamente limitato a produrre un'effusione lavica dalla bocca più bassa della frattura NNE per circa una settimana per poi cessare del tutto.
PHOTO: T. Boeckel
PHOTO: Boris Behncke
PHOTO: Boris Behncke
1989
2001
LEVANTINO
Dopo sette settimane di pausa, il 20 gennaio 2001 la bocca sul fianco NNE del cono (che poi sarà conosciuta come "Levantino") si è nuovamente riattivata generando un lento flusso lavico, ma questa volta le attività non sono cessate. Per diverse settimane, il tasso di effusione è gradualmente aumentato, e dal SEC sono iniziate esplosioni stromboliane che sono culminate il 6 maggio in un vivace episodio di attività stromboliana, nulla di simile alle fontane di lava. L'attività è andata avanti con effusioni laviche frequenti intorno al Levantino, poi il SEC ha ancora una volta cambiato le carte in tavola. Il 5 giugno l'attività era insolitamente vigorosa, ed è del tutto cessata nella serata seguente, per poi ricominciare tra il 6 e il 7 giugno con forti esplosioni stromboliane dal SEC. Questo parossismo era relativamente debole rispetto a quelli dell'anno precedenti, ma i suoi successori, sono via via diventati più energetici. Durante questi eventi, la frattura sul fianco meridionale del cono è completamente rimasta inattiva, mentre da più bocche sul fianco NNE venivano prodotte le fontane di lava e il Levantino crebbe in modo incredibile (qui il Levantino in eruzione). Il 13 luglio 2001, è avvenuti il 14esimo evento eruttivo, seguito da un intenso sciame sismico sul fianco Sud dell'Etna, e dalla formazione di alcune fratture nella zona della Montagnola (senza alcuna attività eruttiva). Questi furono i primi segnali che il magma stava spingendo verso la superficie. Il 17 luglio, il SEC ha prodotto uno spettacolare e moderato parossismo con alte fontane di lava, e poche ore dopo, alla sua base meridionale, il magma ha iniziato a sgorgare subito a sud del Sudestino. Questo fu l'inizio dell'eruzione laterale del 2001.
Tra il 1996 e il 2001, il SEC divenne incredibilmente irriconoscibile: quella specie di enorme gobba formatasi tra il 1989 e il 1990 si è evoluta in un grande e simmetrico cono di 300 metri circa, che dista circa 20 metri dal punto più alto dell'Etna, ancora oggi. Fino al 2011, la simmetria del cono era interrotta dal cono del Levantino, mentre sul fianco meridionale era il Sudestino a creare una piccola gobba. Oggi sia il Levantino che il Sudestino, sono sepolti dalle colate laviche emesse tra il 2011 ed il 2013.
Dopo il 2001 il SEC non manifestava più nessuna attività eruttiva se non una leggera attività fumarolica localizzata sull’orlo craterico e interessanti fenomeni di crollo che sono avvenuti quasi in concomitanza con l’episodio eruttivo del 2004 - 2005 (qui la sezione sull'eruzione del 2004/05).
Durante il periodo di attività eruttiva iniziata nel settembre 2004 al SEC si manifestavano emissioni di cenere a partire da ottobre 2004 dovute essenzialmente a fenomeni di crollo di materiale vecchio, e un’alta presenza di fumarole soprattutto sulla parte alta del versante orientale del cratere che indicano una zona altamente fratturata e quindi debole. Inoltre la fase iniziale dell'eruzione è proprio iniziata con la formazione di alcune fratture alla base del cratere.
Nella mattinata 31 ottobre 2004 il fianco SE del SEC collassa e si forma così una piccola depressione che nelle settimane successive continuerà ad ampliarsi. Questo versante del cratere è piuttosto fragile e durante il 2006-2007 in quello stesso punto si formerà un nuovo pozzo da cui in svariate occasioni prende vita un'attività esplosiva vigorosa, e dal quale avrà poi origine un nuovo cono.
Per tutto il 2005 l’attività del SEC è stata caratterizzata dalla presenza di fumarole sull’orlo craterico e da fenomeni di crollo che si verificavano sia all’interno del cratere sia nella depressione sul fianco orientale aumentandone via via le dimensioni, tanto da raggiungere 190 m di lunghezza dell’asse maggiore, allungato in direzione più o meno Nord-Sud, e 136 m di lunghezza dell’asse minore allungato in direzione più o meno Est-Ovest. All’interno della depressione erano situate delle fumarole.
In seguito all'eruzione del 2004-2005 che ebbe origine nella bassa Valle del Bove, il SEC, come gli altri crateri sommitali, rimasero in quiete per il resto dell'anno, e per la prima metà del 2006. Il 13 luglio 2006 una frattura si apre sul fianco meridionale del SEC e nei giorni successivi altre bocche si aprono lungo la frattura. Si assiste alla formazione di un piccolo cono. Giorno 24 luglio questa attività cessa del tutto ed i fronti lavici più avanzati si trovano a quota 1900 mt e sono in raffreddamento.
A settembre riprende l'attività stromboliana dal SEC che produce una debole colata che avanza lentamente verso Serra Giannicola Piccola. Per circa un mese l'attività va avanti così, seppur con alcune fluttuazioni, fino a quando il 13 ottobre 2006 a quota 2800 metri si apre una bocca effusiva senza attività esplosiva molto similmente a quanto avvenuto durante l’eruzione del 2004/05.
IL 20 ottobre si ridesta anche il SEC con la ripresa dell’attività stromboliana ed una nuova colata torna a riversarsi in direzione della nuova frattura effusiva che raggiunge e supera poco più a nord nel pomeriggio dello stesso giorno. Stavolta l’energia emessa dal SEC è più forte e il tormentato cono non regge alla spinta del magma e si spacca nel pomeriggio del 23 ottobre sul fianco sud del cratere si apre una fenditura che inizialmente emette vapori e gas e poi una colata che sembra spaccare in due il SEC. Il cedimento del versante meridionale del Sud-Est è accompagnato dall’apertura di una piccola voragine sul fianco orientale dello stesso cratere, proprio sulle colate dei mesi precedenti.
Il 16 novembre 2006 è una tra le giornate più spettacolari dall’inizio dell’eruzione. La mattinata inizia sin da subito con una vivace attività stromboliana in aumento, sia dal cratere che dalla frattura nella sella tra il SEC e la BN. All’imbrunire il fianco del SEC appare segnato da una grossa voragine dalla forma molto complessa ed al suo interno si rendono visibili diverse piccole e strette colate. Poco sopra la grande bocca sommitale del SEC è tornata a dormire mentre fuma ancora il deposito della frana che ha prodotto gli spettacolari fenomeni di nubi ardenti. Il 24 novembre, un'alta colonna di cenere si leva dal cratere, mentre il 26 e il 29 novembre alcune esplosioni avvenivano alla base orientale del Sud-Est.
Fino a dicembre la lava scorre in Valle del Bove. Il 14 dicembre, i fenomeni cessano del tutto. [Segui questo link per vedere foto spettacolari dell'eruzione]
*Da notare che nelle descrizioni presenti sin dall'inizio della pagina, l'argomento è esclusivamente il SEC. Se vuoi approfondire meglio o sei curioso di scoprire cosa è successo durante le eruzioni citate qui e altre ancora, visita la sezione: Viaggio nel tempo
Dopo l'eruzione del 2006, l'Etna tace solo per pochi mesi. Il 29 marzo 2007 il SEC si risveglia nuovamente, per dar vita a un violento episodio parossistico nella prima mattinata che nel giro di un'ora si esaurisce del tutto. Nel 2007 avviene solamente una serie di eventi parossistici al cratere, non una vera e propria eruzione. Nelle prime ore del 11 aprile ha inizio il secondo parossismo che una durata di 5 ore, mentre il terzo evento avviene dopo 18 giorni di tregua, il 29 aprile e ha una durata di ben otto ore. Il 7 maggio 2007, la frattura che si è aperta sul fianco meridionale del cono nel corso dell'evento precedente è l'unica bocca ad essere attiva ed è totalmente assente l'emissione di cenere; dopo 10 ore di forte attività stromboliana nella mattinata il fenomeno termina, e da quel momento, il cono del SEC non ha più dato segni di vita e probabilmente non lo farà mai più. È da notare il fatto, che questi ultimi episodi (eccetto quello del 29 marzo) siano stati solamente forti eventi di attività stromboliana, più che parossismi veri e propri.
Il SEC tornerà ancora in scena con spettacolari fontane di lava che però, non avverranno dal cono imponente che si è evoluto dal 1971, ma da un nuovo arrivato.
L'ERA DEL NUOVO CRATERE DI SUD-EST
PHOTO: Paola Garofalo, 12 aprile 2012
PHOTO: Boris Behncke
Sopra: l'evoluzione del SEC e del nuovo SEC dal 2006 all'agosto 2011. Tutte le foto sono riprese dalla zona di "Belvedere", quota 2800 mt. circa.
Sotto: l'evoluzione del nuovo SEC dal 2007 al 2013. Tutte le foto sono riprese dalla zona di "Torre del Filosofo", quota 2900 mt. circa.
Nel 2007, quello che era il più giovane dei crateri sommitali dell’Etna, il SEC, ha attraversato l’ennesima sequenza di parossismi (o episodi di fontane di lava), come già avvenuto in altre occasioni. Tra il 29 marzo e il 7 maggio 2007, il cono simmetrico del SEC è notevolmente cambiato in morfologia e i maggiori cambiamenti sono stati dovuti all’apertura di una frattura sul fianco meridionale del cono eruttivo, che nel corso degli ultimi due episodi della metà dell’anno, ha provocato una specie di taglio al cratere. Poche settimane più tardi, intorno al 20 maggio, una parte del fianco orientale del cono è crollata, lasciando una fossa circolare, denominata allora “pit crater” o cratere a pozzo (tra l’altro tutti i crateri sommitali dell’Etna erano precedentemente dei crateri a pozzo, che sono poi evoluti negli imponenti coni che sono attualmente). La formazione di questo pit crater è dovuta allo spostamento del condotto di risalita del magma del SEC.
Tuttavia, era già avvenuto in altre occasioni che si fossero create delle fosse, simili a questa, nell’identico punto in cui era situato il pit crater. Dopo essere crollato nel 2007, il fianco del cono era più volte ceduto: il primo crollo avvenne nel novembre 2004, ma fu “sigillato” da una colata lavica nel 2006 proveniente dal SEC, ma poco dopo, nel mese di luglio dello stesso anno, ancora un altro cratere a pozzo si era generato nello stesso punto del precedente, ed è poi stato riempito dalla lava emessa nel corso dell'anno.
Ma la nuova fossa, formatasi nel maggio 2007, ha invece una storia molto diversa: a metà agosto, dalla nuova bocca avvengono numerose emissioni di cenere, seguite in breve tempo da un’intensa attività stromboliana. Questi furono i segnali iniziali di un qualcosa di eccezionale. Nella serata del 4 settembre, un’enorme e sostenuta fontana di lava proveniva da un semplice "buco" posto sul fianco del SEC, ed è continuata per ben 12 ore con la stessa violenta intensità. La fontana di lava era talmente violenta che ricadendo sui fianchi del cono maggiore ha prodotto una colata detta reomorfica (cioè non prodotta direttamente da un trabocco all'interno del cratere) fra le più lunghe degli ultimi anni. Il fenomeno cessò intorno all'alba del 5 settembre. La seconda fontana di lava avvenne invece nella notte fra il 23 e il 24 novembre 2007 e fu anch’essa violenta, ma con una durata poco minore della precedente. Dopo un altro parossismo avvenuto il 10 maggio dalla medesima bocca (che precedette l'eruzione laterale del 2008-09), nei successivi 18 mesi, non vi accadde più nulla al cratere a pozzo che a seguito di questi tre eventi crebbe e si ampliò molto. Terminata la più recente eruzione laterale sull’Etna, il 6 luglio 2009, solo quattro mesi dopo un bagliore continuo proveniva dalla sommità del vulcano (lo stesso fenomeno è avvenuto dal novembre al dicembre del 2012). A partire da novembre del 2009 e nel corso del 2010, molti crolli avevano interessato il pit crater cambiando cospicuamente la sua morfologia. Dalla fine del 2010, invece, una nuova attività stromboliana, interessò questo stesso cratere, che dal gennaio del 2011, iniziò a diventare una nuova montagna.
Il primo giorno del 2011 iniziava con l'attività stromboliana all'interno del pit crater del SEC [qui una foto del 3 gennaio], che proseguiva con alcune fluttuazioni (a volte cessando del tutto) fino al 11 gennaio, quando diventava continua. Nella tarda sera del 12 gennaio, annunciato già da ore prima con un aumento del tremore vulcanico, avveniva il primo di una serie di episodi parossistici che in breve tempo hanno formato un nuovo imponente cono piroclastico che faceva come da gobba al fratello.
Questo nuovo cono, non solo ha preso il lavoro del vicino “compagno”, ma si è notato che con 46 episodi parossistici dal 2011 al 2013 (che in totale avranno avuto una durata di circa cinque giorni), sia cresciuto molto più velocemente rispetto gli altri crateri, ma non solo dell’Etna, addirittura del mondo intero.
Per distinguerli, i due coni sono stati informalmente chiamati vecchio Cratere di Sud-Est e nuovo Cratere di Sud-Est, ma c'è da aggiungere il fatto che il sistema che alimenta il nuovo SEC sia lo stesso del vecchio SEC; in coclusione, il condotto che in precedenza dava vita agli eventi eruttivi provenienti dal vecchio cratere, si è spostato più ad est, e ciò ha fatto sì che si creasse questo nuovo cono, che per farla breve, è ugualmente il Cratere di Sud-Est.
Al momento (agosto 2014) questo cratere ha attraversato tre fasi di eventi parossistici e un periodo di attività sommitale persistente: tra il 2007 e il 2008 tre parossismi, tra il 2011 e il 2012 venticinque parossismi, nel 2013 ventuno parossismi e tra gennaio e marzo 2014, una continua ma fluttuante eruzione sommitale ha interessato il cratere con costanti attività stromboliane ed effusive.
Dopo il primo evento del 2011, altri tre parossismi sono avvenuti il 18 febbraio, il 10 aprile ed il 12 maggio, con la produzione di colate di lava, alte colonne di cenere e tefra e nel secondo caso, anche di flussi piroclastici e lahar in Valle del Bove. Per tutto il mese di giugno il pit crater non ha dato segni di risveglio, ma a partire dai primi di luglio ha cominciato a produrre una vivace attività stromboliana che dopo essere terminata l'8 luglio, è ricominciata nella mattinata successiva per culminare nel pomeriggio dello stesso giorno in un violento parossismo. Nel mese di luglio, la tregua tra un evento e l'altro ha iniziato a diminuire, e dopo gli episodi del 19 e del 25, la sera del 30 una spettacolare fontana illumina il cielo di mezza Sicilia. È durante questo periodo che il nuovo cono formatosi, ormai alto un centinaio di metri, viene battezzato come nuovo Cratere di Sud-Est. Nel mese di agosto invece, la tregua aumenta: un altro evento violento avviene il 5-6 agosto, poi altri due il 12 e il 20. Il 29 agosto il fianco meridionale del cono si apre e una serie di fontane fuoriesce da una nuova frattura. Altri sei parossismi avvengono prima della fine dell'anno, in modo particolare quelli del 28 settembre e 15 novembre sono stati i più violenti del 2011. [Qui alcune foto degli eventi del 2011].
I diciotto parossismi del 2011 creano un cono di 170 metri. I sette successivi eventi avvenuti tra il 5 gennaio e il 24 aprile 2012 fanno accrescere il cratere di 20 metri [Qui alcune foto degli eventi del 2012]. L'ultimo parossismo è stato il più violento di questa serie; ha avuto inizio nella mattinata del 23 aprile con una colata lavica da una frattura sul fianco orientale del cono, seguito da un'attività stromboliana in graduale crescita dalla serata dello stesso giorno, e poi alle 03:30 del 24 dall'apice con fontane di 800 metri e una colonna eruttiva molto alta. Blocchi di 20-25 cm sono stati scagliati a 6 km dal cratere nei pressi dei Monti Sartorius.
Da quel momento, il cratere è entrato in uno stato di quiete e non ha mostrato più segni di concreta attività per tutto il 2012, eccetto un debole bagliore proveniente dal fondo craterico, apparso a partire dal 21 novembre 2012 e continuato pressoché con la stessa intensità fino al 2 dicembre 2012, quando è momentaneamente cessato, per ricomparire nuovamente il 24 e il 27 dicembre 2012. Ma è a partire dal 2013 che si hanno i primi segni di una genuina attività stromboliana tra il 22 e il 23 gennaio, seguita nei giorni successivi da altri episodi di minore intensità. Poi finalmente, dopo 10 mesi di pausa, il 19 febbraio 2013 avviene il primo parossismo del nuovo anno; uno spettacolo puro, con una decina di fontane orientate lungo una fessura tra la sella posta tra i due coni di Sud-Est ed il fianco orientale del nuovo cratere, che hanno illuminato il cielo di una notte speciale. Tuttavia, da allora, l'Etna si dimostrava energetico, come non lo era da circa 13-14 anni. Dopo questo primo episodio eruttivo, si hanno due ulteriori parossismi nella giornata del 20 febbraio, un altro il 21, e poi il 23 e il 28 febbraio, il 5-6 e il 16 marzo 2013 ed il 3, 12, 18, 20 e 27 aprile 2013. L’episodio del 27 aprile, ha segnato l’inizio di un nuovo periodo di tregua durato circa cinque mesi, quando dai primi di settembre il cratere mostrava nuovamente segni di risveglio, culminando il 26 ottobre con la formazione del quattordicesimo parossismo dell'anno, accompagnato simultaneamente da un’attività esplosiva dal Cratere di Nord-Est (dopo 11 anni di pausa) e dalla Bocca Nuova. L’evento è stato seguito da altri parossismi avvenuti il 11, 17, 23 e 28 novembre e il 2 dicembre, che hanno provocato una notevole crescita del cono piroclastico, come non mai
Nell’insieme, 8 dei 20 eventi del 2013 sono stati particolarmente violenti e hanno avuto una spettacolarità unica. Fra questi, le fontene più veementi sono avvenute il 23 febbraio, il 5-6 e il 16 marzo, il 20 aprile e il 23 novembre, caratterizzate dalla formazione di fontane che, nel caso dei parossismi citati, hanno nettamente superato il chilometro d’altezza e hanno provocato un'impressionante ricaduta di veri e propri blocchi a distanze ragionevoli. Il 23 febbraio sono stati ritrovati frammenti di 25 cm a 6 km dal cratere, e il 6 marzo frammenti di addirittura 40 cm a 5-6 km dal loro punto di emissione. Il 16 marzo l’immensa ricaduta ha creato notevoli disagi nei centri sud-orientali del vulcano, frantumando i vetri delle auto e creando uno strato spesso di 10 cm a Zafferana Etnea. Il 23 novembre, i frammenti ricaduti nella zona nord-orientale del vulcano hanno frantumato i vetri delle auto e dei pannelli solari [qui una foto] e provocato lievi ferite a persone. Era già avvenuto in altre occasioni in passato che vi fossero eventi del genere, ma mai vi susseguirono episodi così violenti in un frangente di tempo così ravvicinato.
PHOTO: Marco Fulle, 30 luglio 2011
PHOTO: Salvatore Ragonese, 26 ottobre 2013
PHOTO: Boris Behncke, 16 marzo 2013
PHOTO: Martin Rietze, 23 novembre 2013
PHOTO: Catherine Lemercier, giugno 2013
PHOTO: Catherine Lemercier, dicembre 2013
Gli episodi di ottobre-dicembre 2013, hanno provocato un incredibile cambiamento della morfologia del fianco meridionale dell’Etna; già il 27 aprile una colata proveniente dalla zona della sella tra i due crateri, si era riversata verso il piazzale di Torre del Filosofo, punto di arrivo delle jeep della Funivia dell’Etna, risparmiandolo, ma il 26 ottobre e l’11 novembre imponenti colate laviche hanno completamente ricoperto l’intera zona [Qui una mappa della colata del 11 novembre], facendo scomparire il Sudestino ed il conetto del 2001 alla base del vecchio cono, e gli ultimi resti del rifugio Torre del Filosofo [Qui la storia dell’edificio], avanzando infine, anche tra Monte Frumento Supino e i Crateri Barbagallo (eruzione 2002-03). Anche la crescita del cono è stata cospicua; mentre durante i primi eventi del 2013 l’abbondante ricaduta sui fianchi del cratere ne provocava lo sgretolamento, negli episodi della seconda metà dell’anno si è assistito ad un’imponente accumulazione di materiale piroclastico che hanno fatto acquistare almeno 30-40 metri al cono, raggiungendo in altezza e inglobando in parte quello vecchio, provocando il riempimento della sella. Qui alcune foto degli eventi del 2013
Fino al 2 dicembre 2013, la crescita di questo cono era esclusivamente avvenuta nel corso di questi parossismi; dal 14 dicembre però, il comportamento di questo cratere inizia a cambiare. Dal 14 al 16 e dal 29 al 31 del mese, avvengono due episodi eruttivi caratterizzati da forte attività stromboliana con fluttuazioni importanti, alti tassi di emissione di lava e formazione di fratture e colonna eruttiva. Successivamente si ha una tregua che si protrae fino al 21 gennaio 2014, quando ricomincia l'attività stromboliana che però, in questo caso, non culmina né in parossismo, né in episodio di forte attività stromboliana; ha così inizio una nuova eruzione sommitale che si protrae fino al mese di aprile, con ripetute fluttuazioni. Viene prodotto un cospiscuo campo lavico in Valle del Bove che si sovrappone alle colate prodotte tra il 2011 ed il 2013 e in parte anche a quelle dell'eruzione del 2008-09. All'interno del cratere si assiste alla formazione di una serie di bocche allineate che riempiono completamente il fondo craterico. Dopo circa due settimane di totale tranquillità, ha nuovamente inizio una blanda e discontinua attività stromboliana che prosegue fino al 14 giugno, momento in cui ha inizio un terzo episodio di forte attività stromboliana che cessa del tutto il 18 e provoca un ulteriore importante crescita del cono che riesce così a superare in altezza il vecchio Cratere di Sud-Est.
PHOTO: Massimo Lo Giudice, 29 dicembre 2013
PHOTO: Gianluca Radano, eruzione sommitale gennaio/aprile 2014
PHOTO: Piero Berti
PHOTO: Boris Behncke
Un ulteriore episodio avviene tra il 9 ed il 15 agosto, il più debole ed il più lungo della serie, che porta il nuovo SEC a raggiungere un'altezza di circa 320 mt, 9 metri al di sotto della cima dell'Etna (il Cratere di Nord-Est). Tale evento riempie totalmente la cintura craterica (vedi foto sopra) e provoca la formazione di una sorta di bottoniera sulla cima del cono.
Vedi il video sotto, per osservare la crescita del cono.
Questo "mostro", la cui storia continuerà ancora e ancora, che in soli tre anni ha avuto una crescita a dir poco impressionante (mai osservata in nessun altro vulcano al mondo), continuerà a stupirci e anche se continuerà a dare disagi ai paesi pedemontani, dobbiamo sempre ricordare che noi siamo ospiti dell'Etna e non si tratta di un vulcano qualsiasi, ma del secondo vulcano più attivo del mondo!