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I parossismi del 2007

La tregua dopo l'eruzione del 2006 dura pochi mesi. Quella del 2007, non è stata una vera e propria eruzione, ma si è trattato di una serie di parossismi sempre al Cratere di Sud-Est (SEC).

 

PAROSSISMO DEL 29 MARZO 2007

Il primo evento avviene all'alba del 29 marzo quando si alzano dal cratere alte fontane, una colonna di cenere e si riversa una colata in Valle del Bove. Dopo un'acme di circa un'ora, le attività cessano.

 

PAROSSISMO DEL 11 APRILE 2007

Il secondo parossismo ha inizio nelle prime ore del 11 aprile, quando si assiste ad una ripresa dell'attività eruttiva ad va ad incrementarsi nel corso delle ore per poi raggiungere l'apice alle 03:30 e proseguire con la fase massima per più di 5 ore, quindi con una durata maggiore del primo evento. Alle 08:30 circa, l'attività di fontane di lava cessa, mentre continua per diverse ore durante la mattinata, l'emissione lavica con una colata che si riversa in Valle del Bove, ed un'altra che raggiunge Torre del Filosofo.

PAROSSISMO DEL 29 APRILE 2007

Dopo 18 giorni di pausa, il 29 aprile si ha la terza fase parossistica dell'anno, la più spettacolare per questo primo periodo. L'attività inizia alle 16:00 e va velocemente ad aumentare, fino ad arrivare alle fontane di lava prodotte dalla bocca principale posta sulla sommità del cono, e da una frattura posta sul fianco meridionale. La fase massima ha una durata di ben otto ore, e termina intorno alla mezzanotte del 30 aprile.

 

PAROSSISMO DEL 7 MAGGIO 2007

Una settimana dopo, si verifica l'ultimo parossismo al (vecchio) cono del Cratere di Sud-Est. L'episodio ha inizio nelle prime ore del 7 maggio, e in questo caso, una violenta attività stromboliana ha luogo esclusivamente dalla frattura posta sul suo fianco e ha una durata di 10 ore, e termina alle 11 e trenta del mattino: è completamente assente l'emissione di cenere, e ancora una volta, una colata segue lo stesso percorso di quelle precedenti. Dopo questo evento, l'Etna si assopisce.
 

La storia del "vecchio" cono del Cratere di Sud-Est termina qui, in questa data, ma l'Etna ha altro in servo ...

Negli ultimi giorni di maggio 2007, si assiste nuovamente allo sprofondamento di un settore sul fianco sudorientale del Cratere di Sud-Est, interessato dalle attività del 2004 e del 2006, e ricoperto più volte dai flussi lavici prodotti nel corso di questi anni. A partire dal 15 agosto, da questo "pit" hanno inizio delle emissioni di cenere che vanno ad aumentare in frequenza. Poco dopo, i fenomeni sono accompagnati da una debole attività stromboliana che va anch'essa via via aumentando, proseguendo ancora nei primi di settembre, fino al 4 settembre, quando il vulcano dà vita a uno degli eventi più affascinanti dell'ultimo decennio. 

 

Nel pomeriggio del 4 settembre, mentre proseguiva normalmente l'attività stromboliana, si assiste improvvisamente ad aumento del tremore intorno alle 16:00, segno decisivo di un incremento maggiore. In poche ore, l'attività stromboliana assume le sembianze di un fontanamento continuo, che continua a crescere in intensità e altezza. Inizialmente il fenomeno non è visibile dalle zone pedemontane per via dei corpi nuvolosi in quota, ma all'imbrunire, si assiste a uno spettacolo mozzafiato: alte fontane di oltre 500 metri vengono "iniettate" dal fianco

del Cratere di Sud-Est e l'immensa quantità di materiale piroclastico che ricade sui fianchi del cono, genera un flusso lavico detto "reomorfico" cioè non appunto, generato dal trabocco all'interno del cratere, che riesce ad arrivare a quota 1650. Le fontane riescono a durare per tutto il corso della notte tra il 4 e il 5 settembre, con la stessa intensità e iniziano a diminuire intorno alle 05:00, per poi lasciare il posto ad esplosioni stromboliane che cessano poco dopo. La durata complessiva di questo evento è di ben 12 ore, uno dei parossismi di più lunga durata che il vulcano abbia mai prodotto; un evento che non ha precedenti sull'Etna. Inoltre il bastione di scorie che si crea per la ricaduta di materiale ai piedi del Sud-Est è enorme: misura 700 metri e la sua altezza raggiunge in alcuni punti i 25 metri, lo spessore del flusso lavico alle quote più alte è di ben 8 metri, cenere e piccoli lapilli arrivano fino al mare ricoprendo di un sottile strato nero tutti i comuni da Zafferana a Fornazzo.

 

Dopo questa attività, l'Etna si quieta per poche settimane. Il 28 settembre si riattiva il pit sul fianco del SEC, ed inizia ad emettere i primi sbuffi di cenere inizialmente discontinui, che vanno, come successo nell'agosto precedente, ad aumentare in frequenza per tutto il mese di ottobre. Negli ultimi giorni di ottobre, inizia anche una debole attività stromboliana, che si mantiene però sulla stessa frequenza e intensità. Gli eventi si mantengono così fino al pomeriggio del 23 novembre, quando ancora una volta si ha un improvviso aumento del tremore. Tuttavia, questa volta, i fenomeni non aumentano subito, e si deve attendere fino alle 19:00 quando ha inizio un altro parossismo dalla bocca posta sul fianco del SEC. Le fontane hanno inizio intorno alle 20:30 e hanno un'altezza di circa 400 metri, e a differenza del parossismo precedente, in questo caso il flusso lavico prodotto non è di tipo reomorfico, ma prodotto dal trabocco all'interno del cratere. La nube di cenere viene spinta verso nord e raggiunge Messina. La fase di massima intensità è di 7 ore, e le fontane cessano intorno alle 02:30, quando cedono il posto a violente e vigorose esplosioni stromboliane, che cessano completamente intorno alle 05:00, quando il tremore ritorna ai livelli precedenti e il flusso lavico si arresta a quota 1700.

 

Quello stesso giorno inaspettatamente, le telecamere dell'INGV registrano l'emissione di un nuovo flusso nella serata del 24, che non è però accompagnato né da un aumento del tremore che da attività esplosiva. Nelle settimane successive, si hanno eventi simili, il 27 novembre ed il 21 dicembre, accompagnati da una debole attività stromboliana che però, cessano del tutto poche ore dopo l'inizio.

 

Il vulcano delle meraviglie, ci ha ancora regalato tanti bellissimi ricordi da raccontare.

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