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L'ultima eruzione laterale

Il 2008, inizia subito con la ripresa dell'attività eruttiva al pit sul fianco sudorientale del Cratere di Sud-Est. Inizialmente sono emissioni di cenere discontinue, ma in seguito avvengono ad intervalli variabili da pochi minuti fino a circa un'ora. Il 21 aprile, inizia una debole attività stromboliana, che si intensifica il 23, per poi cessare improvvisamente il 28 aprile. Il 1° maggio uno sciame sismico interessa il versante settentrionale del vulcano in prossimità del Rift di Nord-Est. Tuttavia, il 10 maggio, si verifica un violento evento parossistico, ancora una volta al pit sul fianco del CSE, annunciato da un repentino aumento del tremore vulcanico. L'attività aumenta, inizia un trabocco lavico che si dirige in Valle del Bove, a distanze ragionevoli dal cratere, ma lontano dai centri abitati. Si assiste alla formazione di più fratture all'interno e alla base del pit, e hanno così inizio le fontane di lava che hanno una durata di quattro ore. La colata di lava, ha una velocità enorme, infatti in queste quattro ore, riesce a toccare addirittura quota 1350, a circa 6 km dal cratere! Si tratta di una delle colate più lunghe mai emesse durante un parossismo. L'energia emessa dall'evento è stata notevole, e già dalla stessa serata, i fenomeni rientrano nella norma, ma pochi giorni dopo, l'Etna darà vita alla sua ultima eruzione di fianco, finora...

PHOTO: Andrea Ercolani

Giorno 13 maggio, si registrano alcune scosse di terremoto con l'epicentro nella zona sommitale dell'Etna, seguite dall'apertura di una frattura di circa un chilometro nella Valle del Leone. Si assiste in seguito alla formazione di due bocche esplosive a monte della frattura, e ad un'altra bocca effusiva, posta invece nella parte bassa e da cui viene emessa una colata lavica ben alimentata che si dirige in Valle del Bove. Dopo diverse fluttuazioni nelle settimane successive, a partire dal 10 luglio si ha un'intensificazione dell'attività, con forti boati ed un aumento del tasso di emissione. Da quel momento l'attività va a diminuire e da settembre è assente l'attività stromboliana, le colate laviche sono alimentate soprattutto da alcune bocche effimere poste sull'alta Valle del Bove e non scendono oltre quota 1900 m. L'eruzione continua, andando a scemare, fino al mese di luglio dell'anno seguente.

Il 1° dicembre 2008 accade un fatto tragico che nulla ha a che vedere con l’attività eruttiva dell’Etna ma che ne è indirettamente responsabile per lo spettacolo che crea. Infatti un fotografo tedesco, Thomas Reichart, muore tragicamente sull’Etna. Si era recato sul vulcano per immortalare quel che rimaneva della colata, purtroppo però durante il ritorno a causa di una lastra ghiacciata scivola fratturandosi le gambe e non riuscendo più a muoversi. Chiede aiuto tramite un sms dal suo cellulare ma nessuno sa esattamente dove lui si trovi, così dopo quasi due giorni di agonia Thomas muore congelato sulla montagna che tanto amava e alla quale aveva dedicato tanta passione. Sotto alcune fotografie tratte da un sito che lui stesso curava. 

L'eruzione continua, andando a scemare, fino al mese di luglio dell'anno seguente, limitandosi ad attività esplosive stromboliane (visibili a chilometri di distanza) alla bocca di quota 2800. Le attività esplosive sono accompagnate da piccoli sciami sismici percepibili soprattutto nelle quote più alte. L’eruzione all’interno della Valle del Bove raggiunge il suo limite massimo. Nei primissimi giorni di luglio agli osservatori dell’INGV che almeno una volta la settimana effettuano dei sopralluoghi in quota si presenta uno scenario stanco. La colata ormai si sovrappone continuamente già all’inizio del suo percorso e dà chiari sintomi di un attività in via di esaurimento. Il 5 luglio con il calare del buio si riesce a mala pena a riconoscere un puntino rosso che appare quasi come i rimasugli in spegnimento di un focolare. Ed il 7 luglio 2009, dopo ben 419 giorni d’eruzione, quella flebile luce si esaurisce del tutto e l’eruzione viene dichiarata conclusa, per lasciare spazio ad attività esclusivamente di degassamento, fino al 12 luglio. 

Con la fine dell’eruzione 2008/09 (l'ultima eruzione laterale finora), l’Etna chiude un altro ciclo eruttivo e gli stessi studiosi aspettano di vedere cosa accadrà nell’immediato futuro. 

PHOTO: Boris Behncke

Il 6 novembre, accade un fatto strano, che si è ripetuto in maniera più o meno simile anche nel novembre del 2012. Nella serata, sul basso fianco orientale del Cratere di Sud-Est, in corrispondenza del pit, si apre una piccola voragine da cui inizia a vedersi un bagliore rosso sempre più forte con il passare dei minuti. In certi casi avvengono deboli esplosioni che però, finiscono presto ma il bagliore continua anche nei giorni successivi. Il magma illumina vistosamente la colonna di gas e rende visibile il rossore anche da grande distanza e perdura sino al mese di febbraio 2010. In aumento l’attività di degassamento da tutti i crateri sommitali ed in particolar modo dalla Bocca Nuova. E’ un fenomeno particolare che non può fare a meno di ricordare la somiglianza proprio con quest’ultimo cratere sommitale che, quando nacque, nel 1968, misurava appena 8 metri ed era estremamente simile a questa nuova voragine. Però, fanno notare gli esperti, per quanto simili morfologicamente, riportano grandi differenze sotto il profilo vulcanologico e soprattutto geologico-strutturale. 

PHOTO: Boris Behncke

2010

PHOTO: Giuseppe Galasso

Dopo la cessazione del bagliore, al "pit crater" (cratere a pozzo), il vulcano non mostra segni di attività. Il 3 aprile, si hanno alcuni movimenti tellurici alla faglia Pernicana, e si aprono delle piccole fratture sulla strada Mareneve.

L’8 aprile 2010 il pit, è interessato da una forte esplosione seguita da alcune minori, che proiettano sabbie e ghiaie a qualche centinaio di metri di altezza. La bocca che era finora rimasta di dimensioni ridotte subisce una grossa modifica e si allarga vistosamente passando dagli 8 ai 40 m. Nei giorni successivi avvengono alcuni crolli interni che emettono sabbia scura nella direzione del vento. Il fondo del cratere rimane ostruito da detriti. Nelle settimane successive il cratere continua a modificarsi e alcuni crolli interni causano emissione di cenere (in particolare il 19 giugno). 

Nella mattina del 24 agosto e in quella del 25 agosto vengono registrati alcuni eventi sismici in area sommitale. Nel pomeriggio del 25 agosto 2010 a dare spettacolo è la Bocca Nuova, interessata solo da una piccola emissione di cenere risalente all’8 agosto ed un'altra ancora minore il 5 luglio ma a nessun’altra attività dal 12 gennaio 2006. L’attività è data da un esplosione di cenere piuttosto potente. È molto improvvisa, viene emessa dalla voragine più occidentale della Bocca Nuova ed inizia alle ore 15,09 proseguendo con emissione di cenere per poco più di 10 minuti. Non si tratta di materiale nuovo tuttavia le telecamere termiche registrano una temperatura piuttosto elevata con picchi di 170 C° che però potrebbe essere collegata al gas e non al materiale emesso. La colonna di cenere si alza per 1-2 km e causa la ricaduta di materiale fine tra Pedara, Mascalucia e Catania. Anche sull’orlo craterico non viene trovato materiale più grosso della cenere. La sera, alle 19:29, si ha una seconda emissione molto più modesta, una terza avviene all’1,25 del 26 agosto e nei giorni successivi avvengono in media 1-2 emissioni al giorno anche se in questo caso non si tratta di esplosioni ma di cenere generata dai crolli interni della bocca, l’esplosione ha fatto crollare la parte più occidentale della bocca e tutta la zona è diventata instabile. L’ultima emissione si ha il 30 agosto. Le interpretazioni scientifiche di questo evento sono una ricarica lenta ma continua del sistema di alimentazione, paragonabile ai primi segnali di risveglio del 1995 dopo l’eruzione del 1991/93. Le successive avvengono il 4,il 5, il 17 ed il 24 settembre, 7 ottobre, 15 ottobre, 22 ottobre, 1 novembre. 

Ma altro dato di fatto di una crescente attività si ha con il fatto che nello stesso periodo inizialmente dalla zona alta del vulcano, poi anche dal Rifugio Sapienza, cominciano a sentirsi boati riconducibili ad attività eplosiva interna 

associabile al Cratere di Nord-Est, come già avviene da mesi ma pare in via crescente. Del resto gli stessi sismografi a intervalli più o meno regolari mostrano deboli segnali sismici associabili a questo tipo di attività. Ma il 25 ottobre ad emettere distintamente dei boati è il pit-crater sul fianco orientale del Cratere di Sud-Est, lo dicono le guide e lo sottolinea una debolissima ripresa del rossore nelle ore notturne, non confermato però nei giorni successivi. Non solo questi, sono anche altri i segnali che la ricarica è in atto, le reti per la misura del flusso di CO2 esalata dal suolo segnalano un aumento diffuso tutti i settori del vulcano. Lo stesso vale per la quantità di anidrite carbonica disciolta nell’acqua che si attesta su livelli medi, e la quantità di gas quali Co2 e SO2 emessa dai crateri sommitali, triplicata a novembre rispetto al mese precedente. Il 22 dicembre un’esplosione violenta fa tremare i sismografi, alle 5,46 le telecamere termiche segnalano emissione di cenere dalla Bocca Nuova, un’esplosione simile a quella del 25 agosto. 

 

Si conclude così questo anno, che non è stato interessato da significanti attività, ma che verrà seguito da tre anni molto importanti, che vedranno principalmente come protagonista quello che è destinato a diventare il Nuovo Cratere di Sud-Est.

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