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Le attività del 2006

Dopo l'eruzione del 2004-2005 che ebbe origine nella bassa Valle del Bove, il 13 Luglio 2006 incomincia uno sciame sismico in area sommitale , segno che qualcosa stava arrivando in superfice. 

Improvvisamente tra le 23.30 e le 24.00 del 14 luglio 2006 si apre una fessura eruttiva sul fianco orientale del Cratere di Sud-Est, allineata con quella del 2004/05, da cui emergono due distinte colate che si riuniscono alla base dello stesso cratere. Si tratta però di una colata molto lenta che avanza in direzione della Valle del Bove con un fronte alto tra 1 e 1,5 m e tende a sovrapporsi. Alle 6.30 del 15 luglio nella parte alta della frattura, lunga 145 metri, si apre una terza bocca che presenta una debole attività esplosiva di tipo stromboliano. Comincia così l'eruzione del 2006, un flusso lavico scorre lento in direzione dei Monti Centenari.

Il 19 luglio l’attività eruttiva appare in leggero calo ma alle 19.23 la parte più bassa del piccolo cono creato dal deposito del materiale eruttato dalla bocca esplosiva cede ed al suo posto si forma un altro cratere che emette cenere e blocchi di cenere di dimenzioni anche metriche. L’emissione di cenere si esaurisce alle 19.55 per dare il posto ad una vivace attività stromboliana con esplosioni che riescono a  

PHOTO: Dario Lo Scavo

superare l’altezza del Cratere di Sud-Est. Contemporaneamente all’apertura della nuova bocca si registra un aumento del tasso effusivo e i canali di scorrimento creati dalla colata si gonfiano senza però fare traboccare la lava il cui fronte si è diviso in due bracci di cui solo quello più a monte avanza. Giorno 24 Luglio questa attività cessa del tutto ed i fronti lavici più avanzati si trovano a quota 1900 mt e sono in raffreddamento.

PHOTO: T. Boeckel

A settembre riprende l'attività stromboliana dal Cratere di Sud-Est che produce una debole colatina che avanza lentamente verso Serra Giannicola Piccola. Per circa un mese va avanti così, seppur con alcune fluttuazioni, fino a quando alle 0.28 del 13 ottobre 2006 a quota 2800 metri si apre una bocca effusiva senza attività esplosiva molto similmente a quanto avvenuto durante l’eruzione del 2004/05. Infatti la bocca si apre proprio sul pozzo degassante aperto durante quell’eruzione. La lava ha una portata di 3 m³/s e scorre in un canale ampio 2.5 - 3 m.

Nei giorni successivi dalla frattura comincia ad uscire magma leggermente più ricco in gas e questo causa lo spruzzo di brandelli di lava che già il 17 ottobre formano tre hornitos alti circa 2 m mentre i brandelli di lava hanno dimenzioni comprese tra 5 e 50 cm e si spargono entro 20 metri dalla bocca.

Alle 7.00 del 20 ottobre si ridesta anche il Cratere di Sud-Est con la ripresa dell’attività stromboliana ed una nuova colata torna a riversarsi sul fianco est dell’Etna in direzione della nuova frattura effusiva che raggiunge e supera poco più a nord nel pomeriggio dello stesso giorno. 

PHOTO: T. Boeckel

Stavolta l’energia emessa dal più giovane dei crateri sommitali è più forte e il tormentato cono non regge alla spinta del magma e si spacca, alle 18.56 del 23 ottobre sul fianco sud del cratere si apre una fenditura che prima emette vapori e gas e poi una colata che sembra spaccare in due il cono sommitale più orientale. La colata si biforca ma un braccio si ferma pochi minuti dopo mentre l’altro procede in direzione di Torre del Filosofo ma poi segue la morfologia del terreno e si butta in direzione della Valle del Bove fermandosi proprio sul sentiero che conduce alla frattura effusiva apertasi dieci giorni prima a quota 2800 m. Il cedimento del versante meridionale del Cratere di Sud-Est è accompagnato dall’apertura di una piccola voragine sul fianco orientale dello stesso cratere, proprio sulle colate dei mesi precedenti.

A novembre il quadro eruttivo si fa più interessante con l'apertura di un'altra fessura eruttiva nella parete della Bocca Nuona che genera un flusso lavico abbastanza alimentato che scende fino ad una quota di 2100 mt nel versante Sud-Ovest dell'Etna.

Il 16 novembre 2006 è una tra le giornate più spettacolari dall’inizio dell’eruzione. Alle 6.00 gli strumenti dell’INGV registrano un aumento del tremore ed appena dieci minuti dopo dal Cratere di Sud-Est cominciano ad innalzarsi esplosioni stromboliane inizialmente deboli ma in continuo aumento, le esplosioni sono accompagnate da emissione di cenere che però non raggiunge i paesi più vicini. Inoltre dal fianco sud-orientale dello stesso cratere inizia a fuoriuscire una colata che si sovrappone a quelle delle settimane precedenti fuoriuscite da questo versante del cono subterminale. Alle 9.25 i vulcanologi prontamente arrivati sulla zona sommitale del vulcano riferiscono di vedere un abbondante quantità di cenere fuoriuscire dal cratere. Inoltre iniziano ad osservarsi alcuni crolli della parte superiore del cono che precipitano verso la base del cratere rotolando sui suoi ripidissimi fianchi. Anche dalla frattura sulla sella tra la Bocca Nuova e il Cratere di Sud-Est e dalla frattura di quota 3050 metri inizia a fuoriuscire lava anche se le colate risultano poco alimentate. Alle 10.30 la colata fuoriuscita dal fianco del Cratere di Sud-Est, dove si è aperta una nuova frattura, raggiunge e taglia il sentierino che portava all’hornito di quota 2800 m. Dalla frattura da cui fuoriesce questo flusso lavico l’attività inizia a farsi sempre più violenta: esplosioni freatomagmatiche ed emissione di cenere rendono lo spettacolo quasi pauroso, la frattura si allarga e porta al suo interno una parte del cono mentre altre parti rotolano verso la Valle del Bove producendo piccoli ma temibili flussi piroclastici sempre più lunghi e violenti con il passare delle ore. Intorno alle ore 14.00 i fenomeni più spettacolari e paurosi, nubi ardenti simili a quelle dei vulcani esplosivi sparsi per tutto il Mondo scendono lungo il fianco est della zona sommitale raggiungendo l’hornito di quota 2800 m da cui intanto continua a fuoriuscire lava sottoforma di brandelli di lava spruzzati verso l’alto e colate. All’imbrunire il fianco del Cratere di Sud-Est appare segnato da una grossa voragine dalla forma molto complessa ed al suo interno si rendono visibili diverse piccole e strette colate. Poco sopra la grande bocca sommitale del Cratere di Sud-Est è tornata a dormire mentre fuma ancora il deposito della frana che ha prodotto gli spettacolari fenomeni di nubi ardenti detti anche “hot avalanche” perchè trasportano materiale caldo. L'attività proseguirà con un flusso lavico in Valle del Bove e uno che scende nel versante Sud-Ovest fino a dicembre.

Il 13 dicembre la rete sismica registra tra le ore 7.52 e le ore 8.15 una sequenza di venti terremoti di origine vulcanica e si teme che il vulcano stia preparando una nuova sorpresa ma l’evento non è seguito dall’apertura di nessuna frattura, l’eruzione continua tranquillamente per tutta la giornata e la colata continua a mantenersi lontana dai centri abitati.

Il 14 dicembre nel pomeriggio il tremore torna a calare e lo stesso giorno o nelle prime ore del giorno dopo l’eruzione finisce ma stavolta sul serio. I due hornitos protagonisti della maggiore attività effusiva svettano imperiosi e sono visibili anche da lontano, l’altezza di quello più alto è di 15 metri.

PHOTO: M. La Rosa, 16 novembre 2006

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