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L'eruzione del 2001

PHOTO: National Geographic

PHOTO: Tom Pfeiffer

Agli spettacolari episodi parossistici, sia del 2000 che del 2001, che durano solo alcune decine di minuti, si alternano consistenti effusioni laviche, ma questo tipo di attività più che una calamità, diventa invece motivo di forte richiamo turistico. L’insieme dei fenomeni eruttivi e deformativi degli anni già precedenti il 2001, mostra però che il sistema vulcanico è carico, pronto per sfociare nelle eruzioni spettacolari ma allo stesso tempo drammatiche, che si verificheranno nell’immediato futuro. Durante la prima metà del 2001, il centro principale di attività eruttiva era il Cratere di Sud-Est, dove inizialmente si osservava l'emissione lenta di lava da una bocca posta sul fianco nord-orientale del cono (comunemente chiamata "Levantino"); consecutivamente, dall'inizio di maggio, i tassi di emissione lavica aumentavano, e si è prodotta una nuova serie di episodi parossistici ad intervalli irregolari fra qualche giorno e diverse settimane. In questo periodo avvennero quindici parossismi; l'ultimo di questi, nelle prime ore del 13 luglio, fu anche uno dei più violenti.

Insieme a questo parossismo ebbe inizio un'attività sismica intensa, che interessava maggiormente il versante meridionale del vulcano; alcune scosse si sentirono fino ad Acireale e Catania. Fra le prime ore del 13 luglio e la mattina del 17, si sono contati più di 2600 terremoti, di cui la maggior parte non percepita dalla popolazione, ma registrate dalla rete di sorveglianza sismica dell'INGV-Catania. Nello stesso intervallo, un'estesa area sul fianco sud, fra il cratere a pozzo della  "Cisternazza" sul Piano del Lago e la Montagnola, mostrava una cospicua fratturazione del suolo, l'effetto della violenta spinta del magma verso la superficie. Poco dopo mezzanotte del giorno 17 luglio, il Cratere di Sud-Est produsse un ulteriore parossismo, molto simile a quello precedente, del 13 luglio, con alte fontane di lava dalle bocche sommitali e del "Levantino". Possibilmente fu durante questo parossismo che si aprì una piccola fessura (F1), a poche decine di metri a ovest dal "Levantino". Questo fu l'ultimo evento che si può considerare parte del "preludio" all'eruzione del 2001.

L'inizio dell'eruzione avviene poche ore dopo l'ultimo parossismo del Cratere di Sud-Est, verso le ore 07:00 del 17 luglio, con l'apertura di una fessura (F2) alla base SSE del cono del Cratere di Sud-Est, ad una quota di approssimativamente 2950 m. Tale fessura produce un'intensa attività stromboliana da diverse bocche, che emettono anche colate laviche verso SE, nella direzione dell'orlo della Valle del Bove. Alle ore 17:00, si apre una seconda fessura (F3) ad una quota compresa fra 2890 e 2690 m, poco ad ovest dal punto sull'orlo della Valle del Bove conosciuto come "Belvedere", emettendo una colata lavica verso sud, attraverso il Piano del Lago, e nella direzione dell'area altamente vulnerabile delle infrastrutture turistiche, la funivia dell'Etna e le circostanti zone di sport invernali, la principale via d'accesso verso l'alto versante meridionale del vulcano.

Alle ore 02:20 del 18 luglio, una nuova frattura (F4) orientata N-S, si apre ancora più in basso, al di sotto della Montagnola e poco a monte dei Monti Calcarazzi, ad una quota di circa 2100 m; questo evento è accompagnato di un terremoto di magnitudo 2.7. Dalla parte inferiore della frattura, una colata lavica comincia ad avanzare verso sud, invadendo dopo poche ore l'area di posteggio fra il Rifugio Sapienza ed i Monti Silvestri, interrompendo la strada provinciale 92 in direzione di  Zafferana (SP92; vedi foto aerea qui), e continuando il suo percorso in direzione dell'abitato di Nicolosi. Diversamente dalle lave emesse da F2 e F3, queste lave contengono abbondanti inclusioni di rocce sedimentarie, per lo più di color bianco o giallo pallido, ma sono presenti anche frammenti sedimentari di color arancione, rosso, verde, e blu. Alcune di queste inclusioni mostrano segni di interazione con il magma circostante. Inoltre, le prime analisi rivelano di presenza, nella lava emessa da F4, del minerale anfibolo, che nella sua struttura cristallina contiene molecole di acqua. Per tutta la giornata dell'18 e il giorno 19, la lava emessa dalle bocche a quota 2100 m continua la sua rapida discesa sul versante sud, passando in mezzo ai numerosi coni di scorie più antichi, sul margine orientale del campo lavico del 1983. Nella serata del giorno 18, il fronte lavico si trova a quota 1800 m. Allo stesso tempo sta continuando senza sosta l'attività eruttiva alle fratture eruttive più a monte. Quella stessa sera, un uomo di Belpasso, che è venuto ad ammirare lo spettacolo dell'eruzione assieme ad un gruppo di amici, viene seriamente ferito nei pressi delle bocche a quota 2100 m e rimane paralizzato. Dopo questo incidente, le autorità bloccano l'accesso all'area dell'eruzione al pubblico.

Verso le ore 21:00 nella sera del 19 luglio, una nuova bocca (F5) si apre sul Piano del Lago ad una quota di 2570 m circa, e ad una distanza di 500 m a nord della Montagnola. L'attività eruttiva a questa bocca è fortemente esplosiva, largamente freatomagmatica con minore attività stromboliana, portando alla formazione di dense colonne di cenere e lapilli alte 200-300 m. La cenere emessa da F5 viene distribuita sul versante orientale del vulcano fino a distanze di decine di chilometri, e ricade abbondantemente nei centri abitati nella zona. Si osserva, nei frammenti più grossolani emessi da questa attività, la presenza degli stessi xenoliti sedimentari che si trovano nelle lave di F4. Nella prima mattinata del 20 luglio, si apre un nuovo sistema di fratture (F6) comincia a propagarsi dalla base settentrionale del cono del Cratere di Sud-Est verso nord-est, nella direzione della Valle del Leone. Nella parte più bassa di questo sistema di fratture avviene una vivace attività stromboliana, accompagnata dall'emissione di una piccola colata di lava. Nelle ore successive, questo sistema di fratture continua a propagare verso il basso fino alla base della scarpata sotto i Pizzi Deneri (vedi foto a sinistra), dove cambia direzione verso SE, per arrivare a quota 2,600 m. Nella parte più bassa della frattura si forma una bocca eruttiva, che emette una colata lavica. Simultaneamente, l'attività eruttiva a F4, sul versante sud, mostra un notevole incremento nel tasso eruttivo, producendo fontane di lava alte 40 m.

Lo stesso giorno 20, il Cratere di Sud-Est si risveglia con una debole attività stromboliana dalla sua bocca sommitale, e tutte le fratture eruttive sul versante meridionale sono in piena attività. La violenta attività freatomagmatica alla bocca F5 presenta una notevole minaccia per il traffico aereo civile e militare presso gli aeroporti di Fontanarossa di Catania e della base militare di Sigonella, interrompendo anche il traffico stradale e causando danni nell'agricoltura. Il giorno 21 luglio l'aeroporto di Fontanarossa viene temporaneamente chiuso. Il 22 luglio, si osserva un picco nei tassi eruttivi a F4, che è accompagnato da fontane di lava alte 100–200 m nella parte inferiore della frattura, mentre nella sua parte più a monte avvengono delle frequenti esplosioni freatomagmatiche. Nel frattempo, il fronte lavico più avanzato raggiunge una quota di 1060 m, in un'area pianeggiante; più a monte, la colata lavica emessa da F3 raggiunge quota 2070 m ed investe alcuni tralicci della funivia dell'Etna. Verso le ore 09:00 del 23 luglio, si apre una nuova frattura orientata NW–SE (F7) sul basso versante SE del cono del Cratere di Sud-Est, emettendo una piccola colata di lava che si espande verso est su una lunghezza di circa 1.6 km.

Il giorno 24 luglio, si osserva una leggera diminuzione nell'attività eruttiva, e le colate laviche avanzano poco. Nella serata, però, si nota un cambiamento nello stile eruttivo di F5, che mostra caratteristiche sempre più magmatiche (stromboliane). Nella mattina del 25 luglio l'attività in questa bocca è interamente magmatica, e l'accumulo del materiale piroclastico comincia a formare un largo cono di scorie. Lo stesso giorno, tutte le altre fratture eruttive continuano ad eruttare, però l'attività stromboliana di F4 è meno intensa rispetto ai giorni precedenti, e il fronte della colata lavica principale si è praticamente fermato a quota 1030 m.

Il giorno successivo, 26 luglio, il nuovo cono in via di crescita sul Piano del Lago, mostra un'attività impressionnante. Si osservano delle esplosioni quasi continue, che producono fortissime detonazioni udibili anche a distanze di decine di chilometri, persino a Catania durante l'orario di punta. Il cono cresce rapidamente per l'accumulo di grandi volumi di bombe enormi lanciate da almeno tre bocche all'interno del cono. Inoltre, lava comincia ad uscire da diverse bocche sui lati sud e nord del cono, passando a N e NW della Montagola per raggiungere il ripido versante a monte della zona turistica intorno al Rifugio Sapienza. Per precauzione, si costruiscono delle barriere protettive nei pressi della stazione di partenza della funivia e del vicino Rifugio Sapienza.

Quel giorno, la lava emessa da F5 distruggono quattro dei tralicci della funivia, poi la lava passa immediatamente ad E della stazione di partenza, ricoprendo un tratto della strada provinciale 92, e avanzando diverse centinaia di metri verso sud. La stessa colata circonda la stazione d'arrivo della funivia, senza però causare danni alla struttura. A valle si tenta disperatamente di rinforzare i terrapieni protettivi che finora hanno impedito che le lave invadessero la zona turistica del Rifugio Sapienza, ma la battaglia sembra quasi persa. Nel frattempo continua senza variazioni l'attività eruttiva alle bocche di quota 2950 m (F2), mentre alla frattura di quota 2700 m (F3) continua l'emissione di lava, ma l'attività esplosiva è cessata. Anche nella frattura F6 (Valle del Leone) continua una debole attività effusiva, generando una colata lavica in direzione di Monte Simone (nella parte settentrionale della Valle del Bove); infine la fessura F4 di quota 2100 m non mostra variazioni rispetto al giorno precedente.

PHOTO: Giuseppe Scarpinati

PHOTO: Marco Neri

PHOTO: Boris Behncke

PHOTO: Marco Neri

Nei giorni successivi, l'alimentazione delle colate laviche in discesa verso l'area del Rifugio Sapienza diminuisce, perché si è aperta una nuova bocca effusiva a SSE del nuovo cono di F5, dalla quale una colata di lava si dirige verso la cresta della Valle del Bove e scende sul fondo della valle coprendo una piccola parte del campo lavico del 1991-1993. Cessa l'attività della fessurea in Valle del Leone. Il giorno 1 agosto, il grande nuovo cono di F5 smette di produrre attività stromboliana ed emette solo una densa colonna di cenere; si arresta anche l'attività effusiva dalle bocche poste alla base del cono. Tuttavia, l'emissione di cenere da F5, che viene spinta dal vento in direzione di Catania, porta nuovamente alla chiusura dell'aeroporto di Fontanarossa. Rimane piuttosto intensa l'attività eruttiva della fessura F4 a quota 2100 m, sebbene i tassi di effusione lavica stanno diminuendo, e solo la porzione centrale del flusso principale rimane attiva, alimentando una colata in sovrapposizione al flusso precedente. Ad intervalli si osservano violente esplosioni freatomagmatiche dalle bocche superiori di F4, rendendo ogni approccio molto pericoloso. L'emissione di lava continua anche dalla fessura F3, alimentando diversi flussi in direzione SW, verso Monte Nero degli Zappini.

Dal 3 agosto in poi, l'attività di F4 a quota 2100 m comincia a mostrare un forte decremento. Ancora per una settimana, questa fessura continua ad emettere lava, ma a tassi sempre più bassi e senza alcuna attività esplosiva. Cessa anche l'attività delle fessure F2 e F3. L'emissione di cenere dal cono di F5 termina intorno al giorno 6 agosto. L'ultima emissione di lava fluida dalla fessura F4 a quota 2100 m avviene fra la tarda serata del 9 e le prime ore del 10 agosto. Così finisce l'eruzione, dopo quasi 24 giorni, una durata sorprendentemente breve considerando la incredibile dinamica nei suoi primi giorni.

 

TESTO: Boris Behncke

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