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L'eruzione del 2002-03

PHOTO: Sergio Canobbio

I primi sette mesi del 2002 trascorrono tranquilli, sull'Etna erano stati già avviati i lavori per la ricostruzione delle strade e degli impianti sciistici e della funivia, distrutti un anno prima e niente fa presagire l'arrivo di una nuova eruzione. Ma tra la fine di agosto e i primi di settembre, a una profondità di circa 10-12 km sotto il livello del mare, si registra un aumento della sismicità, localizzata in superficie tra la Montagnola e Zafferana. Gli esperti sostengono che da lì a qualche mese qualcosa sarebbe accaduta. Domenica 27 Ottobre la terra riprende a tremare e nel cuore della notte una violentissima crisi sismica precede l'arrivo del dicco magmatico in superficie. Durante la notte si attiva sul Rift di Nord-Est una bocca esplosiva, e all'alba le bocche diventano sempre più numerose, avanzando di 500 metri l'ora inizialmente, così da formare una bottoniera. 

In poche ora la stazione turistica di Piano Provenzana viene distrutta dalla lava che in poco tempo raggiunge anche la pineta Ragabo distrungendo pini secolari. Anche dal versante sud sgorga magma ed alle 4 del mattino del 27 Ottobre la lava comincia ad uscire dalle fratture a quota 2700 mt, generando un quadro impressionante, pauroso.

Sono le 11:03 del 29 ottobre 2002 quando Santa Venerina, paesino poco sotto Zafferana, è scosso da un terremoto di magnitudo 4.4, la paura è tanta ma i danni contati (anche se ingenti) interessano solo ed esclusivamente le cose.

Giorno 7 Novembre 2002 l'eruzione sul versante Nord cessa mentre continua l'attività esplosiva dai cono in formazione a quota 2750 sul versante sud che per mesi emetterà cenere accompagnata da grosse fontane di lava, e colate laviche che hanno nuovamente invaso la stazione turistica del Rifugio Sapienza. Nella seconda metà di dicembre la situazione eruttiva sembra placarsi poiché si registra più l’energia avuta nelle prime settimane d’eruzione e il tremore è in diminuzione. Le colate emesse dalla bocca di quota 2750 mt, non minacciano più né il Rifugio Sapienza né il bosco di Ragalna in piccola parte bruciato da due bracci che si sono spinti sotto Monte Scavo e Monte Nero. Adesso la lava staziona per lo più sopra la Montagnola e comunque non crea allarmismi eccessivi. La cenere è l’unico problema persistente, la colonna scura infatti continua ad essere alimentata anche se più discontinuamente ed in maniera minore. L’aereoporto di Fontanarossa rimane operativo solo di giorno quando è possibile vedere la cenere. Passa quasi un’ altro mese di eruzione con questo tipo di attività. Il 23 gennaio 2003 da un rapporto dell’INGV l’emissione di cenere risulta assente da qualche settimane mentre risulta diminuita l’attività esplosiva e la colata, che continua a fuoriuscire sovrapponendosi continuamente, non scende mai sotto quota 2400 metri di altitudine. Alle 11:45 del 29 gennaio 2003 improvvisamente il tremore diminuisce fino a ritornare a livelli normali, cessa l’emissione di lava dal cono di quota 2750 e spariscono le esplosioni emesse dallo stesso cratere. Dopo 95 giorni di eruzione l’attività viene ufficialmente dichiarata conclusa. Emessi circa 160 milioni di metri cubi di lava, distrutto il centro turistico di Piano Provenzana, 200 famiglie hanno perso la loro attività, andati in fumo svariati ettari di pineta del Bosco Ragabo. 

Dopo la grande eruzione del 2002 il vulcano sente il bisogno di prendersi una piccola pausa, e per tutto il resto del 2003 non si registrano attività significative, inoltre l’interno del vulcano si è svuotato parzialmente quindi non ci si aspetta grandi eruzioni laterali, anche se con l’Etna le sorprese non finiscono mai ...

PHOTO: Giuseppe Scarpinati

PHOTO: T. Boeckel

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