Le attività del 1999
PHOTO: Dario Lo Scavo, 4 settembre 1999
Nel mese di ottobre, la colonna magmatica staziona ormai nella sommità dei condotti, generando una copiosa colata che, dopo aver trasformato la voragine della Bocca Nuova in una sorta di lago ribollente, tracima dall’orlo occidentale, riversandosi lungo i ripidi pendii. Martedì 20 ottobre, i fronti frastagliati delle colate arrivano a quota 2400, dove si distendono a ventaglio. Nel buoi della notte la lava tratteggia spettacolari figure spettacolari. I fenomeni calano di intensità, ma prendono nuovamente vigore il 22 ottobre. L’ampiezza del tremore sale velocemente per raggiungere il picco di 5 centimetri, mentre la lava torna a sgorgare dalla breccia apertasi nei giorni precedenti sull’orlo della BN. La fase di massima intensità dura sei ore, poi il vulcano si assopisce gradualmente. Il quadro si ripete altre due volte: il 25 ottobre il flusso è così veemente da spingersi fino a quota 2000 e il 27 il fiume di fuoco scende fino a quota 1700, tagliando intorno alle 19, la pista altomontana all’altezza di Monte Nunziata. Decine di betulle e alti piani vengono inghiottiti dal “mostro”: in linea d’aria, il centro abitato più vicino è quello di Bronte, ma gli esperti assicurano che non ci sono pericoli. A novembre cessa l’eruzione sia dal Sud-Est, che dal Centrale e dalla Bocca Nuova. L’Etna sepolto da oltre due metri di neve, si adddormenta.
Alle 16:45 del 4 febbraio 1999, il Cratere di Sud-Est dà vita alla ventitreesima fase parossistica. A differenza dei fenomeni precedenti cominciati il 15 settembre 1998, tuttavia, stavolta accade qualcosa di nuovo: la struttura del cratere non regge la spinta della colonna magmatica che risale all’interno del condotto e la pressione dei gas squarcia i pendii del cono, aprendo due profonde fratture sui versanti nord-est e sud-est. Dapprima si attivano piccole bocche dalle quali emergono violenti getti di vapore e alte fontane di lava. Poi il terreno sprofonda per una lunghezza di 300 metri: due lunghe ferite che, partendo da sotto l’orlo del cratere, giungono alla base del cono. Qui si aprono due bocche effusive che vomitano altrettanti flussi lavici; la colata che esce sul fianco nordest si dirige verso la Valle del Leone, l’altra si fa strada in direzione della Valle del Bove.
Dalla base della frattura che taglia il cono in direzione NE si dipartono due flussi lavici, uno si dirige verso la Valle del Leone l’altra verso la Valle del Bove. Il 6 febbraio questo flusso si trova già all’interno della gigantesca conca naturale mentre l’altro si è arrestato dopo poche centinaia di metri. Questa fase effusiva di modesta intenzità va avanti per quasi due mesi, l’alimentazione non troppo potente permette alla lava soltanto di sovrapporsi senza mai superare i Monti Centenari. Il 24 marzo la lava, in mattinata, diventa più fluida e fuoriesce fuori dall’ingrottamento che la portava all’interno della Valle del Bove. L’eruzione continua tra alti e bassi per tutta la primavera e l’estate.
Il 4 settembre 1999 ritornano in attività il Cratere Centrale e la Bocca Nuova con una delle fasi parossistiche più violente degli ultimi 200 anni. Tra le 19,20 e le 19,26 l’Etna erutta nell’atmosfera un milione di metri cubi di materiale (1/10 di una bomba atomica), la cenere che ricade sul versante est raggruppa in media 7,5 kg/m² ma a Milo se ne raccolgono ben 75 kg/m². L’attività, che era cominciata nel pomeriggio si ferma intorno alle 19,30 ma alle 21,00 dal CSE tornano ad innalzarsi per 15 minuti alte fontane, alla fine dalla sua base esce una colata. Neli ultimi 4 anni l’esplosività dell’Etna è aumentata in maniera vertiginosa e questo preoccupa molto gli esperti, anche perchè l’attività coinvolge contemporaneamente tutti i quattro crateri sommitali. Il 12 settembre una nuova pioggia di cenere si abbatte sul versante est del vulcano.
Una nuova eruzione terminale interessa il vulcano tra il mese di ottobre e quello di novembre. Il protagonista di questo evento è la Bocca Nuova che, dopo aver riempito la sua voragine di lava trasformandola in un lago di lava ribollente, trabocca sui ripidi pendii del versante occidentale del vulcano. Il 20 ottobre 1999 la colata, che avanza molto frastagliatamente, arriva a quota 2400, nel buio della notte la colata disegna spettacolari figure degne di un quadro impressionista.
PHOTO: Boris Behncke. Fontane di lava dalla Bocca Nuova il 19 ottobre 1999
PHOTO: Marco Neri
PHOTO: Boris Behncke. Il cono intracraterico del Cratere di Sud-Est nel 1997