Rapporto mensile sulle attività dell'Etna - Gennaio 2015
INTRODUZIONE
A partire dalla sera del 28 dicembre 2014, dopo oltre quattro mesi di quiete, l'Etna ha nuovamente cominciato a produrre attività eruttiva sommitale in maniera abbastanza persistente.
Cartina del quadro eruttivo delle colate emesse e dei crateri attivi dal 28 dicembre 2014 al 30 gennaio 2015.
BASE TOPOGRAFICA =Laboratorio cartografia INGV-OE. Fonte: Rapporti settimanali dell'IINGV sull'attività eruttiva dell'Etna
MAPPATURA COLATE =Laboratorio cartografia INGV-OE.
RIELABORAZIONE =Giorgio Costa.
SEC=(vecchio) Cratere di Sud-Est, NSEC=Nuovo Cratere di Sud-Est, NEC=Cratere di Nord-Est, VOR=Voragine, BN=Bocca Nuova
La fonte originale di tale mappa è presente al seguente link: RAPPORTO INGV 14 GENNAIO 2015
CHIARIMENTI SULL'EPISODIO PAROSSISTICO DEL 28 DICEMBRE 2014 AL CRATERE DI SUD-EST
La ripresa dell'attività eruttiva al Cratere di Sud-Est (per la precisione al nuovo cono di tale apparato), è stata annunciata durante i mesi precedenti da una modestissima e notevolmente discontinua attività esplosiva, prevalentemente assente nel mese di dicembre.
Nel pomeriggio del 28 dicembre le varie strumentazioni sismiche poste sul vulcano hanno iniziato a mostrare un graduale aumento, fino alle 17:45, quando una decisa impennata del tremore vulcanico ha segnato l'inizio di nuova fase parossistica terminata poco meno di due ore dopo intorno alle 19:40, che però è stata resa quasi completamente invisibile a causa delle pessime condizioni meteo [foto sotto, sinistra].
È stato comunque possibile poter stabilire una sequenza abbastanza realistica dei vari fenomeni grazie alle osservazioni effettuate nelle settimane successive.
Probabilmente una prima esplosione ha distrutto la porzione del nuovo cono che era venuta a formarsi durante le attività estive, lasciando una depressione grossomodo circolare che dopo la cessazione delle attività eruttive presentava un fondo craterico relativamente profondo ma ostruito.
In un momento impossibile da stabilire l'intero apparato del Cratere di Sud-Est è stato sede della formazione di una grande frattura che si è propagata dal fianco e dalla base orientale del nuovo cono, all'alto e basso fianco meridionale del vecchio, fino alla sua base, anch'essa interessata da attività di fontanamento. Dal settore meridionale di tale frattura è stata prodotta una prima colata di lava che ha preso un percorso differente rispetto ai flussi emessi durante l'autunno dell'anno precedente: dopo essere avanzata sul terreno sub-pianeggiante tra la Bocca Nuova e Monte Frumento Supino, la lava si è riversata sul pendio a ovest di quest'ultimo dividendosi in due bracci, tra cui il più a valle si è arrestato a circa 2000 mt [foto sotto, destra].
Anche dalla porzione orientale/nord-orientale di tale frattura è stata emessa una colata di lava che in questo caso ha grossomodo seguito i percorsi delle lave emesse in precedenza, riversandosi in Valle del Bove e dividendosi in più bracci, i più settentrionali dei quali hanno circondando Monte Simone. I fronti più avanzati si attestano intorno ai 1850 mt.
PHOTO: Alessandro Lo Piccolo
PHOTO: Marco Neri
Foto area realizzata da Marco Neri la mattina del 14 gennaio che mostra i cambiamenti subiti in area sommitale dopo il parossismo del 28 dicembre 2014: si notano le fratture apertesi sui fianchi del Cratere di Sud-Est evidenziate con le linee tratteggiate.
SEC = Cratere di Sud-Est, vSEC = vecchio Cratere di Sud-Est, nSEC = nuovo Cratere di Sud-Est, NEC = Cratere di Nord-Est, VOR = Voragine, BN = Bocca Nuova
La fonte da cui è stata ricavata la foto è presente al seguente link: RAPPORTO INGV 14 GENNAIO 2015
PHOTO: Marco Neri
ATTIVITÀ SUCCESSIVE ALL'EPISODIO PAROSSISTICO
Dopo il termine di questo episodio - il primo tipicamente parossistico dal 2 dicembre 2013 -, l'Etna è entrato in uno stato di persistente attività sommitale: il Cratere di Sud-Est nei giorni immediatamente dopo il parossismo ha proseguito a produrre deboli emissioni di cenere e deboli ma continui bagliori dalla zona che separa il nuovo cono da quello vecchio, che sono cessati tra il 31 dicembre ed il 1 gennaio. In questo stesso lasso di tempo, è nettamente aumentato il degassamento sia dalla zona centrale del cratere che dalla porzione della frattura posta sul fianco orientale/nord-orientale del cratere. Nonostante però fosse del tutto assente qualsiasi tipo di attività esplosiva, il tremore vulcanico ha proseguito ad attestarsi su valori superiori a quelli antecenti l'episodio eruttivo del 28 dicembre.
L'attività esplosiva è ripresa durante la prima mattina del 2 gennaio, da una o due bocche in corrispondenza dell'orlo craterico orientale del Cratere di Sud-Est, da cui veniva prodotta in maniera piuttosto continua una densa emissione di cenere spinta dal vento dominante verso sud-ovest [foto sotto]. Tale attività è proseguita senza importanti variazioni con la stessa intensità fino al pomeriggio, quando ha iniziato lentamente a diminuire, per poi cessare nel corso della serata, ma simultaneamente con il progressivo esaurimento dei fenomeni al Cratere di Sud-Est, iniziavano deboli bagliori provenire dalla Voragine, che sono aumentati nelle prime ore del 3 gennaio [frame sotto].
PHOTO: Klaus Dorschfeldt
Copyright INGV-OE
Durante la mattina, il Cratere di Nord-Est ha prodotto boati in maniera continua e in alcuni casi il materiale eruttivo riusciva a superare il suo profondo condotto, mentre le esplosioni stromboliane all'interno della Voragine hanno subìto un ulteriore incremento sia nella loro intensità che nella frequenza, con lancio di getti incandescenti fino a circa 50-70 metri oltre l'orlo craterico. Da quel momento, l'attività è continuata ad aumentare nel corso dei giorni successivi, seppur avendo delle fluttuazioni nel corso del suo andamento.
Nel pomeriggio del 4 gennaio, intorno alle 15:45 è avvenuta una singola emissione di cenere anche dalla Bocca Nuova, che ha però emesso materiale litico di colore rossastro. Dopo questo evento, da tale cratere non è avvenuta nessun'altra attività.
La fase di massima energia dell'attività stromboliana prodotta della Voragine (probabilmente generata da due distinte bocche all'interno della depressione craterica) si è avuta la sera del 5 gennaio [foto sotto, a sinistra], con lancio di getti incandescenti fino a 300 metri oltre l'orlo craterico che in alcuni casi ricadevano anche sul fianco meridonale della Bocca Nuova.
Simultaneamente, anche all'interno del Cratere di Nord-Est aumentava l'altezza dei getti di materiale caldo emesso [foto sotto, a destra], che in alcuni casi è riuscito anche a raggiungere circa un centinaio di metri oltre l'orlo del cono: tuttavia non essendo facilmente visibili le esplosioni, non è stato possibile stabilire neanche una concreta frequenza delle esplosioni.
PHOTO: Fabio Caltabiano
PHOTO: Michele Mammino
PHOTO: Giorgio Costa
Copyright INGV-OE
A partire da giorno 7, è aumentata la produzione di cenere a carico della Voragine [foto sopra, a sinistra], con la formazione di numerosi e frequenti boli di cenere, talvolta accompagnati da forti esplosioni stromboliane: a partire dalla serata, si alternavano momenti di sole emissioni di cenere, e momenti di sola attività stromboliana fino al pomeriggio del giorno successivo, quando l'emissione di materiale eruttivo fine è diventata più persistente. Un ulteriore aumento nella quantità di cenere generata è avvenuta il 9, per poi subire una diminuzione giorno 10; in questa fase, il lancio di materiale incandescente è divenuto molto raro [frame sopra]. L'attività eruttiva ha proseguito il suo decremento fino alle prime ore pomeridiane del 11 gennaio, quando l'attività eruttiva è momentaneamente cessata del tutto ed il tremore vulcanico è ritornato per la prima volta dopo il parossismo del 28 dicembre, sui valori antecedenti il ripristino dei fenomeni esplosivi.
I primi segni della ripresa dell'attivitò, si sono avuti nella mattina del 13 con il ritorno delle emissioni di cenere, proseguite discontinuamente per tutta la giornata, per poi subìre un netto aumento nella successiva tarda serata sia dalla Voragine che dal Cratere di Nord-Est. Nel giorno della mattina seguente, la fonte principale dell'attività eruttiva era il Cratere di Nord-Est, da cui veniva prodotta un'emissione di cenere frequente ma diluita, probabilmente accompagnata da un'attività stromboliana più intensa delle precedenti serate.
Nel corso della stessa giornata, i fenomeni eruttivi da entrambi i crateri sono stati sostituiti da un degassamento di tipo impulsivo proseguito per gran parte del mese di gennaio.
Dopo la totale cessazione delle attività esplosive, l'Etna si è mantenuto in uno stato di quiete fino al primo mattino del 31 gennaio, momento in cui le strumentazioni dell'INGV-OE hanno mostrato un nuovo repentino aumento dei valori che hanno proseguito un lento e graduale incremento nel corso di tutta la giornata.
Al momento della pubblicazione di questo rapporto (09:40), le pessime condizioni meteo durature in quota non consentono di effettuare osservazioni per stabilire con esattezza la fonte dell'attività eruttiva, nè di descriverne la fenomenologia. In un breve periodo di visibilità nella tarda serata del 31 gennaio e all'alba del 1 febbraio, è stato possibile osservare il lancio di materiale incandescente [foto sotto] in corrispondenza del Cratere di Sud-Est e bagliori riflessi sulla copertura nuvolosa tra il versante sud-occidentale e orientale del vulcano, associabili a colate di lava prodotte possibilmente dalla frattura attiva durante il parossismo del 28 dicembre. La persistente attività in atto da ormai oltre 24 ore, si evince che questo evento, non sia di tipologia parossistica, ma che sia simile agli episodi di lunga durata avvenuti allo stesso Cratere di Sud-Est lo scorso anno.
Ulteriori novità saranno descritte in un nuovo aggiornamento.
PHOTO: Boris Behncke
Rapporto pubblicato il: 1 febbraio 2015
Autore rapporto: Giorgio Costa