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Episodio eruttivo al Cratere di Sud-Est | 31 gennaio - 2 febbraio 2015

INTRODUZIONE
Dopo due settimane di tregua dalla cessazione delle attività sommitali dell'Etna, dalla mattina del 31 gennaio si è assistito al risveglio del Cratere di Sud-Est, che ha prodotto un nuovo episodio di vivace attività stromboliana.

EPISODIO ERUTTIVO DEL 31/01 - 02/02 2015

Mappa che mostra l'approssimativa posizione delle bocche attive durante questo episodio eruttivo.

BASE TOPOGRAFICA =Laboratorio cartografia INGV-OE. Fonte: Rapporti settimanali dell'IINGV sull'attività eruttiva dell'Etna
RIELABORAZIONE =Giorgio Costa.

SEC=Cratere di Sud-Est

 PREMESSA   A partire da tale rapporto, non faremo più distinzioni tra

vecchio e nuovo cono del Cratere di Sud-Est, essendo un unico

apparato costituito da bocche più recenti o meno recenti.

PHOTO: Klaus Dorschfeldt

Dopo la cessazione dei fenomeni esplosivi che hanno interessato la Voragine e il Cratere di Nord-Est nel mese di gennaio, l'Etna si è mantenuto in uno stato di quiete fino a giorno 31, quando poco dopo le 06:30 del mattino, è iniziato un repentino aumento dell'ampiezza del tremore vulcanico, marcando il ripristino dell'attività eruttiva al Cratere di Sud-Est. Nel corso della mattina, sono state segnalate lievi ricadute di cenere vulcanica fine nella zona del Rifugio Citelli, sul versante nord-orientale e si è constatato che nell'aria era presente un discreto odore di zolfo, poichè il forte vento ha notevolmente schiacciato il plume eruttivo sul fianco del vulcano. Durante le prime 36 ore, la visibilità è stata fortemente limitata dalle pessime condizioni meteo in area sommitale che hanno precluso possibili osservazioni: solo durante la sera del 31 gennaio, e all'alba di giorno 1 febbraio sulla copertura nuvolosa sono stati riflessi i bagliori prodotti dall'attività eruttiva e in un brevissimo lasso di tempo si è reso osservabile il lancio di materiale incandescente. In un momento impossibile da stabilire, dall'alto fianco sud-occidentale del cratere, si è assistito alla formazione di una colata "reomorfica", ovvero non direttamente generata tramite un trabocco dall'interno della bocca stessa, ma causata dal rapido accumulo di brandelli di lava fluida: probabilmente questo flusso è stato alimentato nelle prime fasi dell'attività quando le esplosioni sono state evidentemente più vivaci e inoltre, si è osservato che nel tardo pomeriggio del 1, con un netto miglioramento delle condizioni meteo, non era più attivo. Contemporaneamente si sono avute le prime osservazioni dirette sull'andamento dei fenomeni.
La caratteristica più importante è legata al fatto che questa volta la fonte dell'attività stromboliana era una
nuova bocca ubicata in prossimità dell'ex "sella" sull'alto orlo sud-occidentale del Cratere di Sud-Est [vedi cartina sopra].

PHOTO: Antonio Bruno

PHOTO: Antonio Bruno

PHOTO: Francesco Tomarchio

Durante questo intervallo di visibilità, le esplosioni sono state grossomodo continue con brevi pause tra di loro e hanno gettato materiale incandescente fino a un massimo di 250 mt oltre la cima del cratere, ricandendo prevalmente sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est e sullla porzione del cono posta a est di questa bocca [foto sopra]. Inoltre, da un'ulteriore bocca posta sul settore più a valle della frattura formatasi durante il parossismo del 28 dicembre scorso [vedi cartina sopra], veniva prodotta una colata di lava che ha inizialmente seguito lo stesso percorso intrapreso dal flusso lavico prodotto durante l'ultimo episodio parossistico. Dopo aver attraversato il pianoro alla base della Bocca Nuova, la colata si è riversata sul pendio a nord-ovest di Monte  Frumento Supino, per poi dividersi in due rami principali a circa 2100 mt e dirigersi verso la Pista Altomontana e la zona Milia. Nella serata, i fronti del flusso si attestavano ad una quota di circa 2050 mt e avanzavano lentamente.
Nel corso della notte, le condizioni meteo sono lievemente peggiorate, e si è assistito ad un graduale decremento dell'ampiezza del tremore vulcanico.

PHOTO: Boris Behncke

All'alba di giorno 2, le esplosioni stromboliane sono state sostituite da una densa emissione di cenere [foto accanto], fortemente piegata e spinta dal vento verso il versante orientale del vulcano. Questa emissione ha caratterizzato la fase finale di tale episodio eruttivo, e poco prima delle 08:00, è velocemente cessata e simultaneamente si è assistito ad una netta diminuzione dell'ampiezza del tremore vulcanico, segnando il termine dell'evento. Durante la mattina, sono stati effettuati alcuni sopralluoghi in prossimità del campo lavico prodotto: si è potuto constatare che la colata non era ormai più alimentata, ma proseguiva una debole avanzata, incendiando alcuni pini larici isolati nella zona e arrestandosi circa a 1900 mt, a 600 mt (in linea d'aria) dalla Pista Altomontana [foto sotto].

La permanenza in quota della copertura nuvolosa, non ha permesso ulteriori osservazioni al cratere fino al 4 febbraio, ma si evince dai segnali sismici e dal tremore dell'INGV, che l'attività esplosiva è proseguita fino alla mattinata del 3, per poi cessare del tutto.

PHOTO: Francesco Ciancitto

PHOTO: Michele Mammino

PHOTO: Antonio Bruno

Come già detto, solo durante la giornata del 4 e del 5 febbraio le condizioni meteo sono state favorevoli per poter effettuare osservazioni sul Cratere di Sud-Est. L'attività eruttiva ha portato ad un cospicuo cambiamento della zona immediatamente a est/sud-est della nuova bocca, aggiungendo diversi metri in altezza in questa porzione del cono [vedi la foto sotto che mostra un confronto della morfologia del cratere con la linea tratteggiata]: è anche apparso un particolare in corrispondenza della frattura eruttiva del 28 dicembre, che sembra aver subito un allargamento e una propagazione, ma non è possibile determinare se sia stata o meno interessata da attività esplosiva [vedi confronto sopra]. Possibili ulteriori novità, saranno prontamente descritte in questo aggiornamento.

                                                                                                       CONCLUSIONI

Tale evento eruttivo, non risulta essere stato caratterizzato da una fase prettamente parossistica (con alte fontane di lava sostenute e colonna eruttiva) ma sembra essere simile alle fasi che hanno interessato il medesimo apparato del Cratere di Sud-Est a partire da dicembre 2013 ed è il quinto episodio rientrante in questa tipologia. Rispetto agli eventi avvenuti nella scorsa estate, questo ha mostrato una minore durata (poco più di due giorni) ma una maggiore energia. Sicuramente l'elemento che contribuisce a contrastinguerlo dai precedenti, è che la fonte principale dell'attività esplosiva non è stata il cratere principale al centro della depressione craterica, ma questa nuova bocca (forse anche la frattura sul fianco del cono?) sull'alto orlo sud-occidentale. Per la prima volta dal 2011 durante le attività del Cratere di Sud-Est, verso la Valle del Bove non è stata prodotta nessuna colata, e l'unico flusso lavico è stato quello prodotto sul fianco sud-ovest del vulcano [foto sotto] che ha ricoperto le lave dello scorso dicembre, 2006, 1971, 1964, 1942 e una porzione della grande colata del 1610.

PHOTO: Antonio Bruno

PHOTO: Antonio Bruno

Rapporto pubblicato il: 6 febbraio 2015
Autore rapporto: Giorgio Costa

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